Quirinale, finisce l’era Mattarella. Il portavoce prepara gli scatoloni: «Fine settimana di lavori pesanti»

22 Gen 2022 20:33 - di Giorgia Castelli
Quirinale

Una foto con una serie di scatoloni nel suo ufficio che si vanno riempiendo di documenti e ricordi con la didascalia: “Fine settimana di lavori pesanti…”. A raccontare queste ore al Quirinale è stato Giovanni Grasso, giornalista, scrittore e autore televisivo che dal 2015 è il responsabile dell’ufficio stampa della Presidenza della Repubblica e consigliere per la stampa e la comunicazione di Sergio Mattarella. Grasso in un tweet ha pubblicato una foto che mostra scatoloni che si stanno colamndo di libri, documenti e oggetti personali. Una foto che ha ricevuto tantissimi commenti da parte degli utenti.

Quirinale, la reazione del web: «E se si dovesse tornare indietro?»

In molti osservano però che forse non sia il caso di sigillare tanto in fretta quegli scatoloni. «E se sabato prossimo si dovesse tornare indietro?», scrive un utente. Un riferimento chiaro all’ipotesi di un nuovo mandato, che però Mattarella ha più volte smentito. Cambio di foto anche su WhatsApp: non più il torrino del palazzo presidenziale ma un’immagine personale. Il Capo dello Stato, dal canto suo, ha raggiunto questa mattina Palermo dove dovrebbe fermarsi fino a lunedì. Inoltre, si occuperà da Palermo, come si apprende, del trasloco nella nuova casa di Roma, che è previsto per i primi febbraio.

Quirinale, i “grandi elettori” veterani

E mentre si attende il voto di lunedì ecco chi sono i grandi elettori veterani. È il Presidente emerito della Repubblica, Giorgio Napolitano, il grande elettore veterano, vale a dire il parlamentare attualmente in carica, in quanto senatore di diritto e a vita, che ha partecipato e votato al numero più alto di sedute per l’elezione del Capo dello Stato: otto. La prima volta fu in occasione della seduta che portò all’elezione di Giovanni Gronchi nel 1955, poi presente incessantemente fino agli scrutini conclusi con la scelta di Oscar Luigi Scalfaro nel 1992. Nominato senatore a vita nel 2005 dopo la parentesi al Parlamento europeo, Napolitano tornò a votare per il Presidente della Repubblica proprio nella seduta che il 10 maggio 2006 portò alla sua elezione. Fu infine presente il 31 gennaio 2015 tra i grandi elettori che scelsero Sergio Mattarella come suo successore. Dopo Napolitano un altro senatore, Pier Ferdinando Casini, vanta il più alto numero di presenze come grande elettore, sei. L’esordio avvenne il 24 giugno 1985 quando fu eletto Francesco Cossiga, poi sempre in Aula fino a sette anni fa.

La classifica dei veterani

Nella classifica dei veterani segue con cinque presenze un gruppo di parlamentari che hanno frequentato sia le aule della Camera che del Senato: gli attuali senatori Ignazio La Russa (FdI), Maurizio Gasparri (FI), Roberto Calderoli (Lega) e il deputato Elio Vito (FI).

In quell’occasione tra i grandi elettori c’era anche Umberto Bossi, che ha partecipato a quattro sedute, avendo saltato quella del 2006 che portò all’elezione di Napolitano, in quanto due anni prima aveva lasciato il Parlamento italiano per quello europeo.

Tra i parlamentari in carica, quattro sono anche le votazioni alle quali hanno partecipato il ministro per lo Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, della Lega; i senatori Luigi Cesaro e Renato Schifani di Forza Italia; Paolo Romani, di Cambiamo; Gianclaudio Bressa, del Gruppo Autonomie; i deputati Paolo Russo e Stefania Prestigiacomo, di Forza Italia, e Bruno Tabacci, del Centro democratico.

Il record di Giulio Andreotti

Difficilmente eguagliabile appare il record di Giulio Andreotti, che ha partecipato a dodici votazioni per il Quirinale: le due con le quali l’Assemblea costituente elesse e poi confermò, dopo le sue dimissioni, Enrico De Nicola Capo provvisorio dello Stato; quindi quelle del Parlamento repubblicano da Luigi Einaudi fino a Giorgio Napolitano nel 2006.

Dopo di lui Nilde Iotti e Oscar Luigi Scalfaro con nove votazioni, a partire anche loro dall’Assemblea costituente. La prima arrivò fino all’elezione proprio di Scalfaro, presente ma senza partecipare al voto in quanto presidente della Camera a quella di Cossiga. Il secondo fino a quella di Napolitano nel 2006, saltando la sua in quanto presidente della Camera e ovviamente, poiché ancora in carica, quella del suo successore Ciampi.

Fine settimana di lavori pesanti… pic.twitter.com/HoKPUYogAr

— giovanni grasso (@_giovannigrasso) January 22, 2022

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