L’ombra della droga sul giallo dello scrittore ungherese morto dopo un festino in un club gay
Sul giallo del decesso di Gergely Homonnay – lo scrittore ungherese che i carabinieri hanno trovato morto il primo gennaio in un club privato, riferimento del mondo gay nella zona di Piazza San Giovanni a Roma – gli inquirenti hanno aperto un fascicolo per «morte come ipotesi di altro reato». Il pm Luca Guerzoni ha ricevuto l’informativa dei carabinieri della compagnia di Piazza Dante. E questa mattina ha aperto un’inchiesta per chiarire i contorni della vicenda. Al momento, infatti, sembra ci sia la droga dietro la fine improvvisa del 52enne scrittore di origini ungheresi e influencer su Instagram. Noto soprattutto in quanto attivista della comunità Lgbt e oppositore del governo di Orban.
Scrittore ungherese morto in club: si indaga per morte come conseguenza di altro reato
Secondo i primi accertamenti sul corpo, allora, le indagini non avrebbero rilevato al momento evidenti segni di violenza. Ma, al fine di dirimere ogni dubbio, la salma è stata messa a disposizione dell’autorità giudiziaria per l’autopsia presso il Policlinico di Tor Vergata. Pertanto, ci si aspetta che saranno gli esiti dell’indagine autoptica e degli esami tossicologici a dare una risposta sui diversi interrogativi che animano il mistero del decesso di Homonnay. Non solo: per completezza delle indagini, gli inquirenti hanno anche sequestrato il cellulare della vittima e altri effetti personali dell’uomo.
Trovate e sequestrate alcune fiale di liquido trasparente e delle tracce di polvere bianca
Secondo quanto riferisce dunque, tra gli altri, la Repubblica in queste ore infatti: «Se sarà confermato che la sostanza liquida (delle fialette) e in polvere ritrovata dai militari del nucleo operativo di piazza Dante tra gli effetti personali dello scrittore è droga, nello specifico Ghb, del quale chi conosceva bene Homonnay racconta che ne facesse largo uso, allora scatterà la caccia al pusher». A quanto risulta al momento, in effetti, gli inquirenti al lavoro sul caso avrebbero trovato e sequestrato anche alcune fiale di liquido trasparente e delle tracce di polvere bianca, rinvenute nello spogliatoio.
Non si esclude che possa trattarsi di Ghb: la cosiddetta “droga dello stupro”
Un rinvenimento che porterebbe a non escludere insomma che possa trattarsi di Ghb: la cosiddetta “droga dello stupro”. Ipotesi, supposizioni, riscontri da verificare: al momento, infatti, l’unica certezza è che Gergely Homonnay è stato trovato nudo, incosciente, nella struttura dove avrebbe trascorso la notte di capodanno. Il corpo era in un bagno turco. E ad accorgersi dello stato in cui versava lo scrittore e attivista ungherese sarebbero stati i dipendenti della struttura che hanno chiamato il 112 nella tarda mattinata di sabato.
L’ombra della droga dietro il giallo: caccia al pusher, ma gli inquirenti seguono tutte le piste
Ma, riferisce sempre la Repubblica in un servizio informato sulla vicenda, «alle 12 del 1° gennaio il 52enne l’uomo era ancora vivo quando i titolari hanno chiamato l’ambulanza. Homonnay respirava a fatica, era praticamente incosciente. I medici hanno provato a rianimarlo ma non c’è stato nulla da fare. Sul posto, allertati dal 118, sono arrivati immediatamente i carabinieri della compagnia di Piazza Dante, che adesso indagano sulla morte. Lo scrittore si è spento alle 13,17». Pertanto, eseguiti i riscontri del caso. Sentiti i responsabili del circolo e alcuni amici della vittima. Acquisiti anche i tabulati delle sue utenze telefoniche e delle chat in modo da poter ricostruire il giro di conoscenze dello scrittore, al momento gli inquirenti non escludono nessuna ipotesi.