L’India dichiara guerra alle suore di Madre Teresa di Calcutta: dopo i fondi bloccati, chiuso un orfanotrofio

7 Gen 2022 13:29 - di Laura Ferrari
suore Madre Teresa

Dopo il clamoroso blocco dei soldi inviati per beneficenza dall’estero, il governo indiano sferra un altro attacco all’attività delle Missionarie della Carità in India. La burocrazia locale ha infatti ritirato la concessione del terreno su cui sorge un orfanotrofio gestito dalle suore di Madre Teresa di Calcutta.

Ne dà notizia Asianews, riportando la denuncia del vescovo cattolico di Lucknow: «Contro le suore di Madre Teresa intrapresa una strada pericolosa. Attaccano i cristiani perché sono una comunità che ama la pace”.

Nello Stato indiano dell’Uttar Pradesh le Missionarie della Carità sono state costrette a chiudere una loro casa per bambini orfani per uno sfratto intimato dal ministero della Difesa indiano. Il nuovo anno, già iniziato per le suore di Madre Teresa con la revoca della licenza per ricevere donazioni dall’estero, continua dunque con un altro grave ostacolo alla loro attività avanzato per via burocratica in uno degli oltre 240 centri gestiti dall’orfine religioso in India.

Il 3 gennaio nel distretto di Kanpur le Missionarie della Carità hanno dovuto infatti sospendere le attività del locale Shishu Bhawan, una delle case in cui accolgono i bambini abbandonati con un gesto che tutti immediatamente associano alla memoria di Madre Teresa. Dietro alla decisione c’è un’azione legale dell’Ufficio del demanio indiano: la struttura sorge, infatti, su un terreno che era stato ceduto a un privato con una concessione di 90 anni scaduta nel 2019. Sarebbe stato poi questo privato a cederlo alle suore di Madre Teresa nel 1968 per aprire l’orfanotrofio. Ora, però, l’ufficio del ministero della Difesa che gestisce i beni demaniali non vuole rinnovare la concessione. Inoltre, chiede alle suore anche il pagamento di una multa da 20 milioni di rupie (circa 240mila euro) per aver utilizzato la struttura negli ultimi due anni.

Il giorno di Natale l’India ha dichiarato “guerra” alle suore di Madre Teresa

Come ha riportato anche la Bbc il governo indiano, in una data simbolo per i cristiani (il 25 dicembre) aveva inferto un primo colpo durissimo all’ente di beneficenza fondato da Madre Teresa. Ha infatti rifiutato di rinnovare la licenza per ricevere fondi dall’estero per un le migliaia di suore che supervisionano progetti come case per bambini abbandonati, scuole, cliniche e ospizi. Il giorno di Natale, il ministero dell’Interno indiano ha annunciato di non aver rinnovato la registrazione a causa di “input negativi”.

Gli estremisti indù hanno a lungo accusato l’ente di beneficenza di usare i suoi programmi per convertire le persone al cristianesimo. L’ente benefico ha negato queste accuse. In una dichiarazione di lunedì, ha confermato che la sua domanda di rinnovo è stata respinta e che non gestirà alcun conto di finanziamento estero “fino a quando la questione non sarà risolta”.

Le suore di Madre Teresa sotto attaccato del governo indiano

In precedenza il primo ministro del Bengala occidentale, Mamata Banerjee, ha attirato critiche dopo aver twittato che il governo aveva congelato i conti bancari dell’organizzazione benefica. Ma da allora sia il governo che il Paese hanno negato che i conti fossero congelati.

L’organizzazione benefica con sede a Calcutta è stata fondata nel 1950 da Madre Teresa, la suora cattolica trasferitasi in India dalla nativa Macedonia. Il suo istituto uno degli enti di beneficenza cattolici più conosciuti al mondo. Madre Teresa è stata insignita del Premio Nobel per la pace nel 1979 per il suo lavoro umanitario ed è stata dichiarata santa da Papa Francesco nel 2016, 19 anni dopo la sua morte. Per ora, nè dal pontefice nè dalla Santa Sede, sono arrivate comunicazioni riguardanti questo clamoroso boicottaggio delle autorità indiane.

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