Il Pd domani vota scheda bianca. I capricci di Draghi: se Casini va al Colle potrebbe lasciare il governo

23 Gen 2022 19:04 - di Francesco Severini
Pd Draghi Casini

“Molto probabile domani scheda bianca, per dare un segno di disponibilità e apertura all’interlocuzione”. Questa la linea di Enrico Letta all’assemblea dei grandi elettori Pd. La giornata è ingarbugliata. I 5Stelle hanno puntato sul nome di Andrea Riccardi ma si è ancora molto lontani dal nome condiviso che tutti auspicano. Potrebbe essere quello di Casini?

Letta: con M5S e Leu possiamo essere incisivi

“Con i 5 stelle e Leu – dice Letta ai suoi – insieme possiamo essere incisivi. C’e’ un rapporto positivo, costruttivo, che proseguirà in questi giorni. Insieme oggi abbiamo deciso e comunicato un impegno a parlare con tutte le forze politiche. Un percorso per arrivare martedì o mercoledì a un nome condiviso da tutti”.

Letta: non siamo ragazzini da scuola materna

“Nei prossimi tre-quattro giorni – ha continuato il segretario dem – abbiamo l’opportunità di dimostrare che non siamo una classe di ragazzini della scuola materna. Siamo adulti, siamo i rappresentanti della sovranità popolare. Dobbiamo essere degni”. “Nessuno – ha concluso – dopo deve festeggiare da solo perché ha vinto. Nessuno deve vincere affinché tutti vincano. Se ci si infila in piccoli interessi di parte viene giù tutto. Non è mettendo il cappello su qualcuno che si vince, anzi i candidati si bruciano tipo 10 piccoli indiani. Facciamo un appello a tutti: il rispetto per gli altri è rispetto per se stessi. Bisogna agire con questo spirito”. E torna a proporre un patto di legislatura.

Draghi innervosito dall’idea di Casini al Colle

“Un patto che tenga insieme l’elezione del PdR, l’azione dell’esecutivo e quelle riforme che si possono fare in 14 mesi, a partire dalla riforma dei regolamenti parlamentari per combattere trasformismo”, ha spiegato il leader del Pd.

Mario Draghi intanto mostra un certo nervosismo. Lapresse riferisce che il premier, in caso di elezione di Casini al Colle, potrebbe dire addio all’esecutivo. “La vedo dura che rimanga – riferisce una fonte vicina a Draghi –  L’unica cosa per farlo restare è che resti anche Sergio Mattarella. O che arrivi Giuliano Amato”.

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