Francia, è nero e sostiene Zemmour: gli antifascisti tentano di linciarlo. Salvato dalla polizia

22 Gen 2022 10:15 - di Natalia Delfino
antifascisti

Sono passati dalle parole ai fatti gli antifascisti francesi. Dopo averlo insultato e minacciato per settimane, nei giorni scorsi hanno tentato di aggredire Tanguy David, lo studente diciottenne di origini africane che sostiene Eric Zemmour alle presidenziali di aprile. «Ho appena subito un’aggressione da parte di alcuni militanti antifascisti a Parigi. Sono stato portato via rapidamente e ora mi trovo in sicurezza», ha scritto il ragazzo sul suo account Twitter, raccontando dell’intervento determinante della polizia e aggiungendo che «l’ho sempre detto: gli “antifa” sono gruppuscoli violenti e talvolta armati, che considero dei terroristi dell’interno perché pronti a tutto pur di sbarazzarsi di quelli che non la pensano come loro». Per David, quindi, «lo Stato deve trattare questi individui come tali».

L’odio degli antifascisti contro lo studente pro Zemmour

David, che studia giurisprudenza, è figlio di un operaio e di una funzionaria pubblica. Nato in Normandia, si è appassionato alla politica proprio quando sulla scena ha fatto la sua comparsa Zemmour, col quale ha iniziato a collaborare nello staff comunicazione. Una colpa imperdonabile per i militanti antifascisti e antirazzisti, insomma per i “veri democratici”, che hanno preso a insultarlo e minacciarlo con migliaia e migliaia di messaggio di odio del tenore di «sporco negro» e «lo giuro su Allah, ti decapiterò», assicurando di averne anche trovato l’indirizzo di casa. «Ho sporto denuncia e vivo sotto protezione», ha fatto sapere ancora lo studente, diventato un bersaglio dopo una foto che lo ritraeva alle spalle di Zemmour nel corso del suo primo evento elettorale a Villepinte.

Dalla Francia all’Italia: sono sempre gli stessi

Dopo quell’apparizione l’influencer e militante Black Lives Matter, Dairing Tia, ha definito David «nero di servizio» di Zemmour. Per tutta risposta, come ricordato da Libero, lo studente rivendicò di essere lui quel «”nero dietro Zemmour”», aggiungendo che «ne vado fiero. Quelli che sono infastiditi dalla mia presenza possono andarsene da qui, la Francia può fare a meno di loro». «Queste persone si considerano “antirazziste”: ma sono i più grandi razzisti della nostra epoca. Ciò che è accaduto questo pomeriggio lo dimostra ampiamente», ha poi commentato il ragazzo, la cui vicenda ricorda moltissimo quella del senatore leghista Tony Iwobi a sua volta additato dagli antifascisti e antirazzisti italiani come «nero da cortile». Insomma, cambiano i Paesi e cambino i contesti, ma la stupidità, l’arroganza e la violenza di certi ambienti non cambia mai.

 

 

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