Alluvione di Livorno, l’ex sindaco cinquestelle rinviato a giudizio per omicidio colposo
L’ex sindaco M5S di Livorno Filippo Nogarin è stato rinviato a giudizio dal gup del Tribunale di Livorno per omicidio colposo plurimo nell’ambito dell’inchiesta della Procura labronica sull’alluvione che colpì la città toscana nella notte tra il 9 e il 10 settembre 2017, quando esondarono il rio Ardenza e il rio Maggiore causando la morte di otto persone.
Lo stesso giudice ha invece assolto Riccardo Pucciarelli, l’ex comandante della polizia municipale allora a capo della Protezione civile comunale, che aveva scelto il rito abbreviato. Nogarin era difeso dall’avvocato Sabrina Franzone che aveva chiesto al giudice la sentenza di non luogo a procedere. Per Pucciarelli la Procura nell’udienza del 15 ottobre scorso ha chiesto un anno e otto mesi di reclusione.
Livorno, l’ex sindaco M5S rinviato a giudizio
Tra i fatti contestati dalla Procura, guidata dal procuratore capo Ettore Squillace Greco, come riporta l’Adnkronos, all’ex primo cittadino l’avere smantellato la struttura della protezione civile, nominando al vertice della stessa Pucciarelli, comandante dei vigili urbani in possesso solo di una laurea scienze politiche, al posto del precedente responsabile che avrebbe avuto una qualifica ben più adeguata. All’ex sindaco era stato contestato anche di non aver avuto alcun contatto telefonico con il Comune o con gli altri enti che erano addetti ai soccorsi per l’intera notte del disastro. Nogarin e Pucciarelli hanno sempre sostenuto la correttezza del loro operato. Nogarin ha rivendicato di aver riorganizzato la Protezione civile comunale dopo aver scoperto e denunciato irregolarità del personale.
Le parti civili
Nel corso del procedimento il gup aveva ammesso la costituzione delle parti civili, i familiari delle vittime; e su istanza delle stesse parti civili aveva autorizzato la chiamata del responsabile civile della sola istituzione del Comune di Livorno.
L’inchiesta per omicidio colposo fu aperta dalla Procura il giorno dopo l’alluvione che colpì la città di Livorno, provocando danni notevoli, causati dai torrenti “tombati”. Le case adiacenti ai corsi d’acqua furono invase da acqua, fango e detriti. I morti furono otto: Gianfranco Tampucci, Roberto Vetusti, Martina Bechini, Raimondo Frattali, Glenda Garzelli, Simone, Filippo (4 anni) e Roberto Ramacciotti.
Le indagini, inizialmente contro ignoti, nel gennaio 2018 portarono al coinvolgimento di Nogarin, all’epoca sindaco di Livorno.