Salvini e i deputati alla cena di Natale con uno sguardo al Colle. «Siamo una grande comunità»

10 Dic 2021 12:40 - di Fortunata Cerri
Salvini

Dopo l’assemblea tutti a cena. Matteo Salvini, lasciando la Camera, ieri sera, intorno alle 20.30, dopo aver fatto il punto con i suoi eletti, ha dato appuntamento a tutti in un ristorante a due passi da piazza Navona. I leghisti si sono accomodati, in tavoli da sei e da quattro nelle due sale messe a disposizione per i deputati e il loro leader. Il leader si prende subito la scena. Poco dopo le 21 parte il primo brindisi della serata, con il segretario che alza il calice di cabernet, mandando “un forte abbraccio natalizio alla nostra grande comunità”. La novantina di leghisti in sala applaudono e bevono. Nel frattempo arrivano le portate: al netto dei piatti per chi è a dieta e di chi ha intolleranze alimentari, ecco la parmigiana di melanzane, l’immancabile (a Roma) amatriciana, l’arrosto con il purè. Poi arriverà il tiramisù.

Salvini a cena con i parlamentari

Nei tavoli “zona” Salvini siede anche Giancarlo Giorgetti, con un maglioncino verde, vicino al ministro per lo sviluppo economico, Nicola Molteni, sottosegretario al Viminale. Presente anche l’altro ministro-deputato della Lega, Massimo Garavaglia. Poco in là il fedelissimo di Salvini, il viceministro delle Infrastrutture e della mobilità sostenibile, Alessandro Morelli.

La serata fila via liscia, toni allegri e da festa. Risuonano ancora le parole di Salvini alla Camera, con l’invito alla unità e alla compattezza: «Vi chiedo – avrebbe detto il leader ai suoi – di mettere da parte le posizioni personali, di non agitare le acque con posizioni individuali e di far prevalere la compattezza».

Uno sguardo sul Colle

Parole che Salvini ha declinato anche in chiave Colle: «Dobbiamo essere uniti, serve compattezza, per eleggere un presidente che non ci remi contro». Aggiungendo un sibillino «ho incontrato anche 3 o 4 persone», che per qualcuno è un riferimento a una prima rosa di nomi “candidabili” dalla Lega, per altri, invece, l’avvio di trattative con altri leader, per una scelta di metodo, in vista del voto per la successione a Mattarella.

Nel frattempo è sancita la pace, come vuole il capo, tra Raffaele Volpi e Claudio Borghi. Con il primo che sdrammatizza dopo il battibecco dello scorso primo dicembre, con l’ex presidente del Copasir che aveva bacchettato l’economista del partito per la sua “freddezza” sul green pass. Serenità ritrovata alla Camera. Salvini lascia il locale prima di mezzanotte, a seguire gli altri.

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