Reddito di cittadinanza, Salvini: «Va a 500mila under 30, ma per lavorare chiamiamo 80mila migranti»

4 Dic 2021 20:19 - di Federica Parbuoni
reddito di cittadinanza

Un esercito di 500mila giovani italiani riceve direttamente o indirettamente, tramite la propria famiglia, il reddito di cittadinanza. A rendere noto il numero degli under 30 «che percepiscono il reddito o vivono a casa, in una famiglia che percepisce il reddito» è stato Matteo Salvini, spiegando di essersi «fatto dare i dati dall’Inps di ottobre 2021».

Salvini: «Il reddito di cittadinanza va a 500mila under 30»

«Spiegatemi perché allora il governo porta avanti il decreto flussi per far entrare 80mila migranti lavoratori, mente ci sono mezzo milione di giovani sul divano», ha detto il leader della Lega, intervenendo, a Erba, al convegno di Id – Lega Giovani Lombardia “Next generation you. Il ruolo dei giovani e dell’Unione europea per la ripartenza post pandemica”.

Ma il governo pensa a 80mila lavoratori migranti

Il tema dell’illogicità dei numeri tra reddito di cittadinanza e decreto flussi era stato sottolineato qualche giorno fa anche da FdI. «Il tavolo del Consiglio dei ministri sta valutando l’emanazione del consueto decreto flussi che, con cadenza annuale, deve determinare le quote di ingresso di ingresso per lavoro. Si tratta di lavoro stagionale e qualificato. È proprio quest’ultima circostanza che stride se pensiamo a quanti sono i percettori di reddito di cittadinanza in Italia, che dovrebbero coprire proprio quei settori lavorativi», aveva detto il vicepresidente della Camera, Fabio Rampelli.

Rampelli: «Quasi triplicati i numeri del decreto flussi»

«Il decreto flussi 2021 prevedeva 30.850 ingressi, ma soprattutto stabiliva un tetto massimo degli ingressi, mentre il proposito attuale è quello di portare a 80mila, quasi triplo, il numero di ingressi di quest’anno, ma, su indicazione specifica del ministro Lamorgese, di eliminare anche il tetto massimo», ha quindi ricordato Rampelli, spiegando che «queste soglie si determinate in quei tavoli interdisciplinari che hanno il compito di tradurre in indirizzi politici l’effettiva domanda di lavoro in Italia». Insomma, la previsione di lavoro c’è. Perché, dunque, non impiegare chi percepisce il reddito?

 

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