«Lavoratori, tiè!»: lo sciopero generale di Cgil e Uil è solo un aiutino alla sinistra e al Pd

17 Dic 2021 16:51 - di Lando Chiarini
sciopero generale

Il balletto sulle cifre relative all’adesione allo sciopero generale di ieri – 5 per cento secondo Confindustria, almeno 65 di media nazionale per Cgil e Uil – rischia di trascinare in un dibattito fuorviante. I numeri sono importanti, certo. Non foss’altro perché sono loro in ultima analisi a misurare il livello di popolarità di una forma così estrema di protesta come lo sciopero generale, e per di più in piena pandemia. Ma proprio quest’ultima circostanza dovrebbe invece farci prima riflettere e poi interrogare sul grado di (ir)responsabilità di Cgil e Uil. Già, qualcuno ha davvero capito l’obiettivo dello scioperato proclamato da Landini e Bombardieri?

Sciopero generale incomprensibile

Certo, la manovra di bilancio (per altro ancora da scrivere). Ma è dire tutto e dire niente, a meno che i due sindacati non la contestino in toto in nome di fumisterie pseudo-ideologiche. Non va bene la riduzione del taglio da cinque a quattro dell’aliquota Irpef perché, come ha detto Landini dal palco, «dà ben poco a chi ha già poco»? In ogni caso dà, aggiungiamo noi, e non è una cattiva notizia. Dà di più a chi ha redditi più alti? È l’altra faccia della proporzionalità (e quindi della progressività) nel meccanismo della tassazione. È normale che chi ha redditi più alti paghi di più. E quindi è normale che si ritrovi con una busta-paga più pesante se si riduce la pressione fiscale. In ogni caso, basta questo a giustificare uno sciopero generale?

Pesa anche l’assenza della Cisl

In tal senso parla chiaro l’assenza della Cisl, che di fatto avvalora la tesi di «sciopero politico» sussurrata nei giorni scorsi a Palazzo Chigi. Un modo per dire che Landini e Bombardieri hanno pensato più a ritagliarsi un ruolo movimentista che ad altro, pressati com’erano (e sono) dall’urgenza di marcare una distanza (politica) da un governo di quasi tutti. L’obiettivo è dimostrare che per una sinistra politico-parlamentare che condivide le scelte di Draghi ce n’è un’altra sindacal-piazzaiola che le contesta fino allo sciopero generale. Insomma, una sorta di poliziotto buono e poliziotto cattivo giocato sulla pelle dei lavoratori. Gli unici, per altro, che lo sfizio di Cgil e Uil lo pagheranno di tasca propria.

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