Si parla solo di fascismo. E dai media scompaiono i miti in disgrazia della sinistra, da Lucano a Galli

15 Ott 2021 8:19 - di Leo Malaspina

Inutile sintonizzarsi su “Chi l’ha visto”, la Sciarelli ha ben altre gatte da pelare. Ma intanto, fa discutere la sparizione di alcune icone della sinistra italiana caduti in disgrazia. I lettori più attenti avranno notato come le tv siano meno inondati di virologi come Massimo Galli, detto vaccino rosso, alle prese con un’inchiesta molto delicata sui concorsi nel suo ospedale. Ma anche di Mimmo Lucano, in coincidenza con la pubblicazione delle vere motivazioni della sua condanna – spreco di risorse, trastole, spese pazze – non si hanno più notizie in questi giorni in cui il centrosinistra è impegnato nei ballottaggi.

Ma anche gli anti-berlusconiani in servizio permanente, come il giudice Ilda Boccassini, che ha firmato una biografia nella quale svela in modo inopportuno una sua relazione con Giovanni Falcone, sono improvvisamente scomparsi dai radar. Il dubbio è che non giovino alla campagna elettorale del centrosinistra, in vista dei ballottaggi. In tv si parla solo di fascismo e di neofascismo, della Meloni e di Salvini “pericolosi”, di paura di regimi e amenità del genere. Sono così scivolati in secondo piano i miti in disgrazia dell’universo rosso, primo tra tutti Mimmo Lucano.

Le dimenticanze dei giornali sui verbali di Mimmo Lucano

Neanche un giornale, a parte il nostro, ha ripreso quell’articolo “bomba” della Verità nel quale si dava conto, punto per punto, di tutti i reati commessi dall’ex sindaco di Riace, tra concerti pagati con i soldi degli immigrati fino alle parole di meraviglia pronunciate dallo stesso figlio di Lucano nei confronti del padre, “fai attenzione, quei soldi sono per i migranti…”.

Massimo Galli è di sinistra, anzi era…

E di Massimo Galli, coinvolto nello scandalo di concorsopoli? Un profilo basso, anche sulla sua origine politica, su quella militanza di sinistra che dovrebbe agganciare una questione morale. “Avevo 17 anni nel ’68, ho fatto parte di una cultura che non rinnego nemmeno per un pezzettino. Sono ancora di sinistra, lo sono sempre stato in vita mia”, aveva detto il “guru” del Covid in più occasioni. Ma in attesa di un processo e di una sentenza, che ci auguriamo favorevole al professore, Galli è tornato in un limbo politico e mediatico, mentre i primi fessi che per strada hanno fatto casino assaltando la Cgil tutti i giorni sono stati accostati alla destra della Meloni, in un modo ossessivo e mistificante. In quel caso, sulla questione morale, la matrice politica conta, in altri no. Se si incappa in disavventure giudiziarie (0 anche editoriali, come per la Boccassini) il distanziamento politico della sinistra scatta in automatico. A destra no, c’è sempre e comunque il fascismo…

 

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