Ladro ucciso a Frosinone. Zancan solidale col tabaccaio: “A me dissero che dovevo avvisare il ladro”

26 Ott 2021 18:05 - di Giovanni Pasero
ladro Frosinone

Sandro Fiorelli è indagato per omicidio volontario, ma il reato contestato è provvisorio. Lo fa sapere l’avvocato De Gasperis, legale del tabaccai0 59 che ieri ha ucciso un ladro rumeno che aveva fatto irruzione nella sua casa di Santopadre (Frosinone). Per l’avvocato di Fiorelli, non è escluso che il reato possa essere derubricato in eccesso colposo di legittima difesa. Saranno infatti le perizie, a cominciare dall’esame autoptico, a stabilire con esattezza come è andata ieri sera nel giardino della villa nelle campagne dell cittadina ciociara.

Come riferisce il quotidiano Frosinone Today, la vittima si chiamava Mirel Joaca Bine, rumeno di Brasov. Il ladro 34enne, insieme ad almeno altri tre complici era entrato nella villetta del tabaccaio. Ad accorgersi della loro presenza in casa è stato il figlio adolescente di Fiorelli appena rientrato insieme al genitore.

Quello che è accaduto poco dopo le 20 di lunedì è ora in fase di accertamento da parte dei carabinieri della Compagnia di Sora e dei colleghi del reparto Operativo provinciale ai quali il tabaccaio ha dichiarato di aver esploso il colpo di fucile calibro 12 prima che il ladro gli sparasse con la sua pistola si è scoperto poi essere una scacciacani.

Zancan sul ladro ucciso a Frosinone dal tabaccaio

«Non si è inventato che questi erano in casa sua, lui si è solo difeso. Ha avuto un eccesso di legittima difesa? Ma chi sa misurare la paura? Soltanto chi la prova e resta terrorizzato tutta la vita. Qualche magistrato dovrebbe provarla sulla propria pelle per capire. Io sono con il tabaccaio». Ne parla con l’Adnkronos Roberto Zancan, vittima di una rapina nella sua gioielleria a Ponte di Nanto, in Veneto, assaltata da un commando di rapinatori la sera del 3 febbraio del 2015.

La testimonianza del gioielliere: “Meglio la sua vita che la mia”

A proposito del ladro ucciso a Frosinone, il gioielliere non ha dubbi. «Se un delinquente entra nella casa di una persona per bene, sa cosa rischia. La tragedia non è dunque la sua morte ma quella eventuale della persona che subisce l’intromissione del malfattore, che per definizione è predisposto a fare del male. Perché la persona per bene non è predisposta a riceverlo. Questa è la differenza – rimarca Zancan – A me della morte del lazzarone non me ne importa nulla, o me o te. Te lo sei cercato. Sarà una persona in meno da mantenere in carcere», chiosa senza mezzi termini ed incalza. «Qualcuno dovrebbe mettersi nei panni del povero disgraziato che si trova davanti 4 farabutti, in un rapporto sbilanciato di 1 a 4; di dolore e paura che fanno perdere il controllo. Invece no, ma se muore il delinquente…oh mamma mia! E’ successa una tragedia. Ma di che? – sollecita il gioielliere – Un delinquente sa bene cosa rischia entrando nell’abitazione di qualcun altro».

Nessun rimorso se si uccide per legittima difesa? «È ovvio che per quanto farabutto sia il malvivente, ci sarà sempre il rimorso. Ma meglio la tua vita che la mia – risponde Zancan – Invece ecco cosa devo leggere nelle motivazioni della mia sentenza, che l’unico ladro della banda di rapinatori della mia gioielleria ad oggi catturato ha un’attenuante ad avermi sparato perché io sono arrivato all’improvviso, a sua insaputa. E lui, poveretto, è stato preso alla sprovvista e ha reagito sparandomi». Tradotto? «Io dovevo avvisarlo. Quindi per lui circa quattro anni in meno di carcere».

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