Ilenia Pastorelli controcorrente: «Libreria a Tor Bella Monaca? Gualtieri prima pensi alle strade»
Ilenia Pastorelli è una donna che la periferia romana la conosce bene. Per esserci cresciuta e per averne portato sul grande schermo echi e testimonianze. Ed è proprio da questo valido presupposto che oggi, in un’intervista al Corriere della sera, può permettersi il lusso di replicare al neo sindaco Gualtieri a cui manda a dire due cosette sulla proposta rilanciata mediaticamente di aprire una libreria e dare riferimenti culturali a Tor Bella Monaca, come se una iniziativa di quel genere possa essere la panacea per quel quadrante della capitale colpevolmente abbandonato dalle amministrazioni locali dem e grilline a criminalità e degrado, ormai da una vita…
Ilenia Pastorelli replica a Gualtieri: libreria a Tor Bella Monaca?
Talento del cinema rivelato dal Grande Fratello. Sdoganato nelle sale grazie a Carlo Verdone che l’ha scelta per Benedetta follia. E premiato con il David di Donatello conquistato con Jeeg Robot – un film indipendente che ha sublimato l’epica dell’emarginazione – è l’immagine stessa della romanità verace di periferia. Un timbro d’origine, quello di Ilenia Pastorelli, che a un certo punto della sua carriera ha anche rischiato di incollarle addosso un prototipo caro al cinema – compreso quello d’autore del regista Gabriele Mainetti – ma che oggi l’attrice rivendica contro ogni conformismo e qualunque etichetta. Del resto, Ilenia Pastorelli la realtà di chi vive ai margini della capitale l’ha vissuta in prima persona, e non solo per qualche fugace apparizione in campagna elettorale.
E a Gualtieri Ilenia Pastorelli manda a dire: «Prima di passare ai libri, pensiamo alle strade»…
Cresciuta vicino a Tor Bella Monaca, di quelle strade su cui svettano palazzoni come alveari abitati da famiglie operose e presidiati dalla criminalità, Ilenia conosce angoli e risvolti. Di quelle strade, al centro della cronaca nera che ne ha alimentato una mitologia urbanistica, spesso riadattata e sublimata dalla finzione cinematografica, l’attrice conosce il dietro le quinte. E torna a parlarne nell’intervista al Corriere della sera. Una chiacchierata, quella di Ilenia Pastorelli con il quotidiano nazionale, in cui sull’epopea di frontiera delle periferie. E sul colpo di spugna che Gualtieri vorrebbe dare aprendo una libreria come prima iniziativa all’ordine del giorno del suo programma capitolino, rimarca: «Sono cresciuta lì vicino, a Torre Angela, fino a dieci anni. Poi siamo andati alla Magliana: altra zonetta che te la raccomando. Ora è fricchettona, è migliorata»…
L’epica della periferia del Campidoglio e il west metropolitano di tutti i giorni
Ma, aggiunge e stretto giro l’attrice: «Tor Bella Monaca è un quartiere costruito trent’ anni fa, era tutto nuovo quando ero bambina. Le case costavano poco. E al centro, se tutto andava bene, arrivavi in tre quarti d’ora. È una realtà molto semplice… C’era libertà, non mi imbarazza esserci nata». Però se il neosindaco Gualtieri come prima cosa dice che bisogna aprire una libreria e dare riferimenti culturali a Tor Bella Monaca… «È diventata la periferia simbolo. Io dico che prima di pensare alle librerie bisogna pensare alle strade, a come sono ridotte. Dopo passiamo ai libri». Anche perché quello delle periferie di Roma è un dramma che non si limita a un quartiere. E infatti, la Pastorelli sottolinea: «Tutte le periferie da questo punto di vista fanno schifo. A Prima Porta quando piove si allaga tutto»… Librerie comprese.
Ilenia Pastorelli tra cinema e pragmatismo
Insomma, la ragazza disadattata a cui la Pastorelli ha dato corpo e credibilità con la sua interpretazione in Jeeg Robot. Una creatura fragile. con problemi psichici, che crede nell’invisibile e nel super eroe che la viene a salvare, non crede alle favole. Neanche se a dispensarle è il primo cittadino di Roma. E anche se con il suo personaggio del film ha contribuito a nutrire la poetica di celluloide intestata alle periferie, fuori dal set si dimostra pragmatica e realistica. Come quando, sempre nell’intervista, racconta che al provino le avevano chiesto di piangere. «E io non ci riuscivo. Mi hanno dato un’altra possibilità. Tornando a casa l’ho riferito a mia madre che mi ha detto: ma con tutte le bollette che abbiamo da pagare, non ti viene da piangere se te lo chiedono?». Ecco, appunto…