Matrimoni, il vescovo di Civitavecchia corre ai ripari: per i futuri sposi “scrutini” come per un esame
Troppe coppie che scoppiano, coppie che vivono “allontanandosi dal modello cristiano di famiglia”, in una parola in crisi. Davanti a tante criticità e ad un crollo dei matrimoni in chiesa il vescovo di Civitavecchia, Gianrico Ruzza, ha deciso di correre ai ripari e ha scritto ai parroci della diocesi suggerendo iniziative concrete.
«Avverto tale esigenza – ha spiegato il vescovo ai parroci – dinanzi al progressivo decremento del numero dei matrimoni sacramentali celebrati e guardando con realismo alle situazioni di criticità che si moltiplicano nelle famiglie, anche dopo molti anni di convivenza coniugale».
Matrimoni, le preoccupazioni del vescovo di Civitavecchia
Al centro delle preoccupazioni del vescovo di Civitavecchia le coppie lontane dal modello cristiano di famiglia. «Tutti possiamo notare come la concezione culturale odierna della vita di coppia stia progressivamente allontanandosi dal modello cristiano di famiglia. Al tempo stesso le famiglie costituite vivono, in moltissimi casi, situazioni di difficoltà e di tensione, che spesso degenerano in procedimenti separativi, con la conseguente sofferenza dei figli. Credo sia urgente, pertanto, porre estrema attenzione alla criticità in atto e cercare opportuni rimedi pastorali da offrire al nostro popolo».
I rimedi pastorali da offrire ai fedeli
Il vescovo di Civitavecchia ha così deciso che i «percorsi di formazione al Sacramento del matrimonio offerti nella diocesi si svolgeranno nelle due zone pastorali di Civitavecchia e Tarquinia in un’unica sede che verrà stabilita di comune accordo tra i parroci e saranno proposti in due “moduli” nel corso di ogni singolo anno pastorale: uno nel periodo autunnale, l’altro nel periodo invernale. Avranno la durata di dodici incontri, secondo una programmazione elaborata dall’équipe diocesana per la pastorale familiare. I parroci sono invitati ad essere presenti – almeno parzialmente – agli incontri proposti, che saranno condotti da un’équipe guidata dal coordinatore della zona pastorale».
Cosa dovranno fare i futuri sposi
Ai futuri sposi il vescovo chiede «di organizzare la preparazione al sacramento un anno prima della data fissata per la celebrazione nuziale, in modo da assicurare al parroco di riferimento – una volta terminato il percorso di formazione svolto presso il centro indicato dalla zona pastorale – un tempo congruo da dedicare al discernimento mentre viene condotta l’istruttoria matrimoniale». Una fase che il vescovo raccomanda di valorizzare come «carattere di “scrutinio” in vista della validità del Sacramento. È opportuno che i candidati al sacramento del matrimonio siano presentati all’assemblea dei fedeli riunita per la celebrazione eucaristica domenicale, allo scopo di creare l’opportunità di una vera integrazione nella comunità parrocchiale».