Giuseppe Verdi “transgender”: con seno e abiti femminili. A Parma un’opera lirica diventa Lgbt

18 Set 2021 9:51 - di Mia Fenice
Verdi

«Quel Verdi transgender è offensivo». La Lega attacca  il Teatro Regio di Parma. A far scatenare il putiferio il manifesto dell’opera di Un ballo in maschera, rappresentazione in calendario nell’ambito di Verdi Off, la rassegna del Festival Verdi (24 settembre-15 ottobre): Verdi è raffigurato con seno e indumenti femminili.  Sul sito del Teatro Regio nella sezione “Queer Night” “Prova dedicata agli under 30”, si legge: «Una serata a teatro nel segno della libera espressione di sé, lasciando fuori pregiudizi, stereotipi e convenzioni. Partendo dal progetto di Graham Vick, portato in scena da Jacopo Spirei, che affronta il tema dell’identità di genere e del travestimento, il pubblico degli Under 30 che prende parte alla prova dell’opera Un ballo in maschera è invitato a vestirsi nel modo che più lo rappresenta o che rappresenta quella parte di sé che generalmente resta nascosta».

«Verdi transgender, raffigurato  con seno e indumenti femminili»

Una locandina che è finita nel mirino dei senatori parmigiani della Lega, Maria Gabriella Saponara e Maurizio Campari. «A Parma un manifesto di Giuseppe Verdi transgender, raffigurato con seno e indumenti femminili, ce lo saremmo risparmiato, ma oggi ogni cosa viene piegata al nuovo conformismo ideologico Lgbt che si vuole imporre a tutto il Paese. Anche la cultura e la tradizione vengono strumentalizzate per farne propaganda». E poi ancora. Un «pretesto mettere in scena “il tema dell’identità di genere e del travestimento” – hanno commentato i senatori leghisti – Nelle prove aperte al pubblico Under 30, lo spettatore viene invitato a “vestirsi nel modo che più lo rappresenta o che rappresenta quella parte di sé che generalmente resta nascosta”. Un piccolo Pride all’interno del Festival Verdi: un utilizzo strumentale a fini meramente ideologici davvero inaccettabile. Senza voler entrare nel merito dell’iniziativa, non è sopportabile vedere Giuseppe Verdi rappresentato in un tale modo, un’immagine fortemente offensiva per il Maestro, priva di rispetto e decoro».

Interrogazione della Lega e la replica

Da qui un’interrogazione al ministro alla Cultura «per sapere che iniziative intenda assumere per far cessare quest’utilizzo improprio dell’immagine del Maestro Verdi». A rispondere alla Lega è intanto Anna Maria Meo, direttore generale del Teatro Regio di Parma e direttore artistico del Festival Verdi, che replica: «La Queer night, una serata di festa mascherata in occasione della prova antegenerale dedicata ai più giovani, di Un ballo in maschera, di Giuseppe Verdi, messa in scena da Jacopo Spirei su progetto di Graham Vick, vuole rendere omaggio alla modernità di Verdi, che è sempre stato uomo e artista precursore dei tempi, anticonformista per eccellenza, come dimostrano le sue scelte di vita e le pesanti censure subite sul piano artistico e sul piano personale».

«Come dimostra proprio la vicenda di Ballo in maschera, che Festival Verdi presenta nella prima versione ambientata in Svezia, alla corte di Gustavo III, così come originariamente concepita per il debutto a Roma – prosegue – prima che i censori pontifici intervenissero con pesanti cambiamenti da cui è derivata la trasposizione della vicenda nella Boston coloniale, senza che alcun esplicito riferimento alla omosessualità del sovrano fosse possibile». «Tale “incidente”, non l’unico nella travagliata storia dei rapporti di Verdi con la censura (religiosa e politica!) ha ispirato la Queer Night – continua Anna Maria Meo – Evento comunicativo promosso nell’ambito di Verdi Off, la rassegna del Festival Verdi che tra i suoi obiettivi ha anche quello di allargare i confini del festival e coinvolgere le comunità più giovani e che frequentano meno l’opera lirica».

L’attacco di Pizzarotti

In campo anche il sindaco Pizzarotti che ha bollato l’iniziativa dei senatori leghisti “i soliti deliri della Lega”. Parole alle quali ha replicato Saponara con un post su Facebook: «Più che dei “deliri” della Lega sarebbe più opportuno che qualcuno si occupasse dei problemi dei parmigiani. Spiace peraltro constatare la mancanza di sensibilità proprio verso i parmigiani e tutti quegli amanti della lirica che amano e rispettano il Maestro e dai quali siamo stati sollecitati a presentare una interrogazione parlamentare».

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