È morta Piera Degli Esposti, geniale regina della scena: una carriera da Carmelo Bene a Sorrentino (video)

14 Ago 2021 16:15 - di Luisa Perri
Piera Degli Esposti

«Sono sempre stata bocciata. Dall’Accademia d’arte drammatica ai provini. Sempre sempre sempre», amava ricordare con la sua risata argentina, Piera Degli Esposti, morta oggi a Roma a 83 anni, è stata una sovrana indiscussa del teatro. Una protagonista assoluta del cinema, della letteratura e della tv, che in oltre 50 anni di carriera ha frequentato con meno assiduità.

La regina della scena italiana è morta oggi all’età di 83 anni, all’ospedale Santo Spirito di Roma, dove era ricoverata dal primo giugno per complicazioni polmonari. 

Definita da Eduardo De Filippo “‘o verbo nuovo”, con la sua voce e il suo corpo, la sua vena anticonformista e spregiudicata, Piera Degli Esposti ha scritto un capitolo importante della storia del teatro e del cinema del nostro Paese, formandosi “con le donne”, come amava ripetere, e mai con le accademie. Dotata di forte personalità e di una sensibilità esasperata, all’origine di uno stile interpretativo viscerale, Piera Degli Esposti era fuori da ogni schema. Facile intuire perché gli “esaminatori” la bocciassero sempre. 

Piera Degli Esposti era nata a Bologna 

Nata a Bologna il 12 marzo 1938, ha lavorato con Antonio Calenda, Giancarlo Cobelli e Ida Bassignano nel teatro; ha scardinato le convenzioni del teatro e attraversato l’avanguardia con Carmelo Bene; è stata diretta dai fratelli Taviani, Pier Paolo Pasolini, Lina Wertmüller e Giuseppe Tornatore nel cinema, Riccardo Milani e Giacomo Campiotti in tv. Ha vinto il David di Donatello per “L’ora di religione” (2002) di Marco Bellocchio e “Il divo” (2009) di Paolo Sorrentino. Nel 1980 ha collaborato con la scrittrice Dacia Maraini al libro “Storia di Piera”, ispirato ai fatti della sua infanzia, da cui nel 1983 è stato tratto il film omonimo diretto da Marco Ferreri, con cui ha stretto un lungo sodalizio.

Dopo essere stata respinta dall’Accademia di arte e drammatica, Piera Degli Esposti si butta anima e corpo nella recitazione, esordendo con Antonio Calenda, Gigi Proietti e Nando Gazzolo al Teatro dei 101, dove interpreta un ruolo maschile in “Dieci minuti a Buffalo” (1968). Si affermò come prima attrice al Teatro Stabile dell’Aquila, interpretando “La figlia di Iorio” (1971), “Antonio e Cleopatra” (1974) e “Molly cara” (1978, Premio Ubu come miglior attrice). Nel frattempo aveva ottenuto una piccola parte nello sceneggiato televisivo di Edmo Fenoglio “Il Conte di Montecristo” (1966).

In tv l’esperienza del Circolo Picwick di Gregoretti


Piera Degli Esposti esordì cinematograficamente nel film di Gianfranco Mingozzi “Trio” (1967), poi lavora in “Questi fantasmi” (1967) di Renato Castellani e alterna ancora una volta la tivù alla settima arte, partecipando allo sceneggiato “Il Circolo Pickwick” (1968), di Ugo Gregoretti. Particolarmente amata da Pier Paolo Pasolini, recita per lui una piccola parte in “Medea” (1969), così come similmente farà per i fratelli Taviani, che la vogliono nel cast di “Sotto il segno dello scorpione” (1969). Non disdegna neanche i b-movie italiani dei primi anni Settanta, come ad esempio “Bisturi – La mafia bianca” (1973) di Luigi Zampa.

Contemporaneamente, a teatro, continua a mietere grandi successi in “Elettra” e “Rosmersholm” (Premio Ubu come miglior attrice), entrambi del 1980. Nello stesso anno Dacia Maraini, sua grande amica, racconta la sua infanzia anticonformista e tragica nel romanzo “Storia di Piera” (prima edizione da Bompiani, poi ristampato da Bur Rizzoli). In seguito, lavora in “Assolo”, “La più forte” e “Adelchi” con la collaborazione di Carmelo Bene. Diretta da Nanni Moretti in “Sogni d’oro” (1981), è protagonista del film di Cinzia Th. Torrini “Giocare d’azzardo” (1982). Poi avviene il fatidico incontro con Marco Ferreri che, innamoratosi totalmente di questa grande artista, la impiega non tanto come attrice, ma come sceneggiatrice per due dei suoi migliori film: la trasposizione cinematografica di “Storia di Piera” (1983) e “Il futuro è donna” (1984). nello stesso periodo si lega artisticamente a un altro grande nome del cinema, la regista Lina Wertmüller, che la dirigerà in “Scherzo del destino in agguato dietro l’angolo come un brigante di strada” (1983), con Ugo Tognazzi, “Il decimo clandestino” (1989) e “Metalmeccanico e parrucchiera in un turbine di sesso e di politica” (1996).

Straordinaria interprete dei testi comici di Achille Campanile


Dopo essere stata Perpetua nello sceneggiato tv “I promessi sposi” (1989), duettando con Alberto Sordi nel ruolo di Don Abbondio, lavora sul palcoscenico del Living Theatre, poi porta nei teatri italiani “Lo zoo di vetro”, “Madre Coraggio”, “La musica dei ciechi”, “Prometeo” e “Stabat Mater”, dove interpreta una Madonna dei bassifondi.

Piera Degli Esposti protagonista nel film La sconosciuta di Tornatore


Nel 1996 è la travolgente protagonista in teatro di “Una indimenticabile serata” di Achille Campanile dove, diretta da Antonio Calenda, rivela la sua vis comica e irreale. Torna anche al cinema con “Nerolio” (1996) di Aurelio Grimaldi, ma è con “L’ora di religione – Il sorriso di mia madre” (2002) di Marco Bellocchio, nel ruolo della vivace e carismatica zia Maria di Sergio Castellitto, che vince il David di Donatello come miglior attrice non protagonista. Una vera riscoperta di questa attrice che diventa un volto molto riconosciuto anche per le nuove generazioni che la apprezzano nel film tv “L’inganno” (2003) di Rossella Izzo o la fiction a puntate “Diritto di difesa” (2004). Ex suora, ora proprietaria di un cinema porno, per Marcello Garofalo in “Tre donne morali” (2006), è di nuovo protagonista nella pellicola del grande Giuseppe Tornatore “La sconosciuta” (2006).

Da Tornatore alla fiction “Tutti pazzi per amore”

Oltre al successo televisivo della serie musicale “Tutti pazzi per amore”, dove recita accanto ad Emilio Solfrizzi, il 2011 è un altro anno di cinema per l’attrice: è nelle sale con “I bambini della sua vita” di Peter Marcias e “I baci mai dati” di Roberta Torre. Negli ultimi anni partecipa a diversi film, tra i quali “Cloro” (2015) di Lamberto Sanfelice, “Assolo” (2016) di Laura Morante, “Orecchie” (2016) di Alessandro Aronadio, “I santi giorni” (2017) di Rafael Farina Issas, “My Italy” (2017) di Bruno Colella e “Favola” (2017) di Sebastiano Mauri. Nel 2019 ha ricevuto il Premio Flaiano di teatro per la carriera.



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