Speranza corre a vaccinarsi dopo che i virologi lo hanno attaccato: perché ancora non lo hai fatto?
Speranza annuncia il vaccino… Meglio tardi che mai. Alla fine, insomma, tanto tuonò che piovve. E dopo ore di polemiche e recriminazioni, scatenatesi alla notizia apparsa oggi in un’intervista a La Stampa della vaccinazione di Speranza, ancora di là da venire, il ministro annuncia in zona Cesarini l’imminente appuntamento col medico di famiglia. Finalmente potrà ottemperare alla mancata immunizzazione (con un vaccino a mRna). Resta il fatto che, come hanno concordato fin qui molti virologi che si sono espressi sulla vicenda, a partire da Matteo Bassetti, il titolare del dicastero della Salute non è stato d’esempio…
Speranza annuncia il vaccino, meglio tardi che mai…
Ebbene sì, in un’intervista a La Stampa, il ministro Speranza ha dichiarato che non si è ancora vaccinato contro Covid-19. Annunciando che lo farà tra pochi giorni dal proprio medico di famiglia. Apriti cielo: il titolare del dicastero della Salute che non si è ancora immunizzato stupisce e indigna. E, soprattutto, desta perplessità: specie tra i virologi. Il primo ad aprire le ostilità è stato Matteo Bassetti. Che ha commentato la notizia della mancata somministrazione della doppia dose di siero anti-Covid al ministro, definendo scandaloso il fatto che proprio una figura istituzionale di riferimento come la sua non sia vaccinata.
Speranza e il vaccino mancato fin qui: è bufera sul ministro
Ventilando addirittura l’ipotesi di dimissioni da parte del titolare del dicastero della Salute, opportune in quanto, ha dichiarato il direttore della Clinica di Malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova: «Primo, mi pare che come età rientri in quella fascia di popolazione che doveva vaccinarsi. E secondo perché doveva dare l’esempio con AstraZeneca, che i suoi tecnici avevano tanto raccomandato. Un ministro della Salute che non si vaccina durante la più grande campagna vaccinale della storia è allucinante – conclude Bassetti – e forse dovrebbe dimettersi»…
Il mancato ossequio all’obbligo dell’esempio istituzionale
In effetti, con la campagna vaccinale cominciata il 27 dicembre, e arrivata al 16 giugno, cosa devono pensare le persone? Certo, un personaggio pubblico. Un ministro di rilievo con la carica particolare che ricopre in un questo lungo periodo di pandemia, avrà seguito i canali ufficiali. Ma, è altresì lecito pensare che, proprio la sua mancata vaccinazione non risponde a criteri di “opportunità”. Primo fra tutti, quello di dare l’esempio in un momento così difficile. Insomma, se concordiamo, come diceva Marshall MacLuhan, che il medium è il messaggio, non possiamo non condividere quanto commentato da virologi e addetti ai lavori in queste infuocate ore di polemiche. Come Gallera, per esempio.
Indignazione e sconcerto alimentano le polemiche tra i virologi
L’ex assessore al Welfare della Regione Lombardia che, intervistato dall’Adnkronos Salute, sul punto ha sottolineato: «Speranza non si è ancora vaccinato? Non lo sapevo, mi stupisce e mi dispiace. Io ieri ho fatto la seconda dose. Ho aspettato il momento in cui si potesse fare per la mia categoria, mi sono iscritto online, ho fatto la prima dose i primi di maggio e ieri la seconda. Penso che sia un messaggio, nel rispetto delle regole». Concludendo poi che: «In Italia si è deciso che il vaccino lo facevano prima negli ospedali, non alle linee di comando – osserva Gallera –. Altre nazioni hanno tutelato prima le linee di comando. Però quando è il momento lo devi fare o rischi di dare un messaggio diverso. Quindi spero che Roberto Speranza lo faccia presto».
Gismondo: l’opportunità di dare il buon esempio
Un coro polemico a cui, tra dubbi e speranze, si uniscono anche molti altri esperti di settore. E se, tra loro, proprio il consigliere del ministro della Salute, Walter Ricciardi, prova a risolvere con una battuta, dicendo: «Speranza non vaccinato? Non lo sapevo. Sto andando giusto da lui. Adesso vado e cerco di farlo vaccinare». Altri, come la direttrice del Laboratorio di microbiologia clinica, virologia e diagnostica delle bioemergenze dell’ospedale Sacco di Milano, Maria Rita Gismondo, dopo essersi giocata la carta del cerchiobottismo: «Ognuno scelga come vuole», corregge il tiro aggiungendo: «Evidentemente, a livello istituzionale, prima ci si vaccina e meglio è. Si deve convincere gli altri, quindi sarebbe bello dare il buon esempio». Già, perché soprattutto di esempio istituzionale si parla. Altro che capitano che ci ha guidato nella tempesta...