Saman, il fratello ha paura ma conferma: “L’ha uccisa zio Danish”. In aula il confronto col cugino

18 Giu 2021 14:57 - di Greta Paolucci
Saman

Ha paura il fratello di Saman. Ha tentato la fuga dal centro protetto in cui è ospitato. Fino a ieri, alla vigilia dell’incidente probatorio che era in programma per oggi, addirittura si temeva che potesse tirarsi indietro. Smentire. Chiudersi nel silenzio. Perché il terrore e il silenzio sono la cifra con cui leggere e cercare di interpretare questa vicenda, su cui aleggia grave l’ombra della morte, come unica soluzione per chi si ribella. Per chi non si inchina ai dettami della famiglia. E invece no. Poco prima delle 10 di questa mattina, quando comincia l’incidente probatorio fissato in tribunale a Reggio Emilia. In un’aula a porte chiuse, nel corso dell’audizione che cristallizza la sua testimonianza, il fratello 16enne di Saman ribadisce e conferma: «È stato lo zio a ucciderla».

Saman, oggi l’incidente probatorio. Il fratello in aula conferma: «Danish ha ucciso mia sorella»

Non solo. Sempre questa mattina, in tribunale davanti al gip Luca Ramponi, a Reggio Emilia e per ben due ore – tanto è durata l’audizione protetta – per la prima volta, seppur a distanza e con le dovute misure di protezione, due delle figure chiave di questo caso: il fratello e il cugino di Saman, sono tornati uno di fronte all’altro. Il primo, in veste di teste-chiave della Procura, il grande accusatore dello zio 33enne Hasnain Danish. L’uomo che sarebbe l’esecutore materiale dell’omicidio della povera Saman. E che avrebbe rifiutato di dire dove sia sepolto il corpo della ragazza persino al fratello. Il secondo, Ikram Ijaz: 28enne cugino di Saman, estradato nei giorni scorsi dalla Francia, e che oggi ha seguito l’udienza videocollegato dal carcere di Reggio dove è detenuto in regime di custodia cautelare.

In aula il faccia a faccia tra il fratello di Saman e il cugino estradato

Il 28enne finora è l’unico fermato tra i cinque latitanti. Bloccato in Francia mentre tentava di fuggire in Spagna. E, soprattutto, immortalato nel video con le pale registrato dalle telecamere di videosorveglianza dietro la casa di Novellara. Immagini che, si ipotizza da qualche giorno, dopo settimane in cui le ricerche del corpo di Saman non hanno danno esito, possa anche rispondere a un tentativo di depistaggio. Tutto organizzato per nascondere il corpo e la verità sull’omicidio che, a quanto emerge da indagini e testimonianze, è ormai chiaramente un delitto maturato in famiglia. Ordito dal clan degli Abbash. E, soprattutto, deciso dopo il rifiuto della 18enne alle nozze combinate con un cugino in Pakistan...

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