Saman, orrore senza fine: i cugini l’hanno tenuta ferma. La lite e il disperato tentativo di salvarsi

9 Giu 2021 10:21 - di Greta Paolucci
Saman

Saman, un orrore senza fine quello che avvolge la drammatica vicenda che si aggiorna all’ultimo convincimento del gip: i cugini l’hanno tenuta ferma. Una convinzione che arriva dopo la ricostruzione delle ultime chat: quelle di Saman con il suo ragazzo. Dopo l’ultima furiosa lite raccontato dal fratello della 18enne. E un disperato tentativo di salvarsi mentendo ai suoi sulla fine della relazione in corso con il giovane pakistano di cui era innamorata. Il giallo della fine di Saman, appare sempre di più come un mosaico dell’orrore, quello che gli inquirenti al lavoro sulla sua scomparsa, stanno ricostruendo giorno per giorno mentre, sul fronte delle ricerche del corpo non emergono novità. Tutto è racchiuso in quel quadrante di campagna nel Reggiano. E condensato in quella sconvolgente notte tra il 30 aprile e il 1° maggio: un drammatico lasso di tempo in cui della 18enne pakistana si perdono le tracce.

Saman, il gip: i cugini la tenevano ferma

Uccisa, sostengono oggi gli inquirenti in base alla ricostruzione resa dal fratello 16enne della ragazza pakistana, dallo zio violento, Danish Hasnain: accusato materialmente del delitto. E con la complicità dei due cugini: Ikram Ijaz, arrestato a Nîmes mentre tentava di fuggire a Barcellona e attualmente in attesa dell’estradizione sollecitata dalla Procura: E Nomanulhaq Nomanulhaq, ricercato. Un orrore, quello che ha segnato la breve vita e la fine della giovane Saman, che aumenta la sua portata di violenza e sconcerto ad ogni nuova acquisizione d’indagine. L’ultima, allora, secondo quanto riportato negli atti giudiziari firmati dal gip Luigi Ramponi, indicherebbe un ruolo attivo nel presunto delitto dei due giovani cugini della vittima. Tanto che, come riporta oggi il Corriere della sera, Ikram e Nomanulhaq, «sono arrivati a casa degli Abbas per dar manforte allo zio «che hanno anche aiutato nel bloccare Saman per poi ucciderla».

Saman, il fratello: «Ora vi dico tutta la verità: l’ha uccisa mio zio»

Secondo la ricostruzione d’indagine, infatti, il padre di Saman, Shabbar, aveva chiamato Hasnain lamentandosi con lui che Saman era «scappata ancora». «Adesso arrivo», è stata la risposta dell’uomo: una persona che ancora ieri abbiamo descritto come violento e impositivo. Una figura inquietante di cui fratello di Saman svela agli investigatori il piano e la sua terribile esecuzione. «Ora vi dico tutta la verità»: comincia così il drammatico racconto del fratello di Saman agli investigatori su quanto accaduto a sua sorella. Un racconto che addita sin dalle prime battute Danish Hasnain: «Mio zio ha ucciso Saman. Ho paura di lui, perché mi ha detto che se io avessi rivelato ai carabinieri quanto successo, mi avrebbe ammazzato. Ho pensato anche di ucciderlo mentre dormiva, visto ciò che ha fatto. Ma poi sarei finito in prigione». Quindi, ha concluso il giovane, «era meglio che intervenissero i carabinieri».

Il particolare dello zaino nascosto alle telecamere

Il minore, che al momento si trova in un centro protetto, racconta le ultime ore di vita della sorella. La lite furibonda di Saman con i genitori. La richiesta dei documenti da parte della ragazza e il rifiuto della madre e del padre di darglieli. Poi, sulla scena compare lo zio Danish Hasnain: «È arrivato da dietro le telecamere – racconta il 16enne – perché lui sapeva dov’erano posizionate». Un arrivo perentorio, quello di Danish, che subito intima il da farsi. Il fratello di Saman, secondo quanto raccontato agli inquirenti, lo avrebbe sentito urlare ai genitori: «Andate in casa! Ora ci penso io». «Mio padre – continua il ragazzo – è rientrato a casa con lo zaino di Saman, quello di colore avorio che lei aveva sulle spalle quando è uscita. Lo zio ha detto a papà di portarlo in casa e di nasconderlo. Senza farlo vedere alle telecamere».

La reclusione, la paura e quell’ultima lite furiosa

Fino a quel momento Saman, ha vissuto interminabili giornate di paura e di reclusione coatta. Limitandosi a uscite di pochi passi intorno alla casa-prigione e scortata dalla madre Nazia che temeva che la figlia fuggisse: come già accaduto almeno in due occasioni. Perché Saman era «una musulmana che non si comportava come tale», secondo il fratello. Il suo comportamento, secondo il 16enne, contrassegnato da una «irrequietezza che, assieme all’inosservanza dei precetti religiosi» risultava inaccettabile per la famiglia. Tanto che, racconta oggi il Corriere della sera, «la sera del 30 aprile la tensione è al culmine. “Dammi i documenti”, urla la ragazza a Shabbar. Che, nel racconto del fratello di Saman, la invita a “sedersi e a parlare con calma”. Le chiede se voglia “sposare qualcuno”».

Saman, la chat col fidanzato: «Ohi amore, non sospettano più di te…»

«E lei ribatte: “Voglio solo andare via e non voglio sposare nessuno”. Shabbar scuote la testa, non vuole che la figlia prosegua la relazione con il connazionale coetaneo conosciuto in chat e che vive in Italia. Ha persino minacciato telefonicamente, il 26 gennaio, la sua famiglia che sta in Pakistan», scrive il quotidiano di via Solferino. E infatti, poco prima della furiosa lite con i suoi, Saman in chat proprio con il compagno, lo rassicura dicendogli: «Ohi amore, non sospettano più di te…». La giovane, per distogliere qualunque dubbio o sospetto sul ragazzo, infatti, ha detto ai suoi che la storia tra i due era finita. E il destino di Saman tracciato. Esce di casa con i genitori che, ipotizzano gli inquirenti, la consegnano ai suoi aguzzini, e non vi farà più ritorno.

La madre di Saman al figlio: «Se ti chiedono qualcosa, tu devi dire che Saman è partita»

Rientrato a casa il padre, dice ancora il ragazzo, «si è sentito male e ha pianto. Se mio papà avesse detto ai carabinieri quanto avvenuto, lui ci avrebbe uccisi», riferendosi allo zio temuto da tutta la famiglia. Come abbiano ucciso Saman, non è ancora chiaro. «Lo zio a me non l’ha detto – prosegue il sedicenne –. Non l’ha detto nemmeno quando è arrivato a casa. Se lo avesse fatto mio padre si sarebbe tolto la vita. Secondo me l’ha ammazzata strangolandola, perché quando è entrato non aveva nulla in mano». Ma «lui aveva pensato a tutto, approfittando del fatto che mia zia non sta bene e c’era da andare a trovarla», racconta ancora il 16enne: Aggiungendo che la madre gli avrebbe scritto in un messaggio: «Se ti chiedono qualcosa, tu devi dire che Saman è partita».

 

 

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