Saman, la madre piangeva sul no alle nozze e preparava la fuga: “Un vero disonore. Che dirà la gente?”

14 Giu 2021 17:45 - di Ginevra Sorrentino
madre Saman

«Un vero disonore»: così Nazia Shaheen, 48 anni, la madre di Saman considerava il rifiuto della figlia alle nozze combinate con un cugino in Pakistan. Preoccupata per le reazioni possibili di amici e parenti lontani. «E ora? Come faremo a spiegarlo?», si dispera la donna tra le lacrime. Mentre il marito, il 44enne Shabbar Abbas, padre della ragazza scomparsa da Novellara e quasi certamente uccisa, scuote la testa e quasi parlando a se stesso, ripete che quella figlia «fa tutto il contrario di quel che le diciamo. E non sappiamo più cosa fare con lei». Da quelle frasi al video spuntato in queste ore dei genitori in fuga all’aeroporto di Malpensa il 3 maggio sono passate settimane. Giorni avvolti nel mistero e nel sospetto più atroce: in mezzo, infatti, potrebbe esserci l’omicidio di Saman, strangolata dallo zio che tutta la famiglia temeva.

La madre di Saman: quel no alle nozze «un vero disonore»

Oggi, dunque, sono riprese le ricerche. Frutto delle indagini sulla scomparsa di Saman e in qualche modo vincolate a quelle frasi pronunciate in una data che precede di pochi giorni l’ingresso della ragazza nel centro protetto, alla fine di ottobre. E che sembrano riecheggiare nelle carte dell’inchiesta scattata con la sparizione della giovane la sera del 30 aprile a Novellara, nel Reggiano. È il Corriere della sera che le riporta, aprendo a un quadro inquietante. Quello di due genitori disperati all’idea di quello che la gente potrà dire al rifiuto delle nozze combinate di Saman che alla prospettiva di perdere quella figlia, così intelligente e ribelle, che ha pagato con la vita la volontà di decidere per proprio conto sulla sua vita.

La madre di Saman si dispera e piange per il rifiuto delle nozze della figlia

Tanto da avere la forza e il coraggio di denunciare i genitori, Shabbar e Nazia. Nonostante sapesse che la reazione della famiglia sarebbe stata dura. Magari non immaginava addirittura il suo omicidio, ma di sicuro aveva toccato con mano cosa potesse significare sottrarsi agli obblighi di precetti religiosi e tradizioni ancestrali così vivi nella sua famiglia. Così concreti da programmare tutto in funzione di quegli obblighi: dalla data delle nozze combinate: il 22 dicembre. All’acquisto dei biglietti, il 7, per tornare in Pakistan. Una prospettiva a cui Saman guardava con terrore. Lei, come riferisce oggi il Corriere della sera, così «cocciuta e grintosa nelle fitte relazioni degli assistenti sociali». Lei che fa saltare tutto. Denuncia i suoi genitori. E si rivolge agli assistenti sociali che la collocano in una struttura protetta…

Il padre Shabbar, invece, non comprende come Saman possa disobbedire…

E allora, come scrive il quotidiano di via Solferino, «quando gli operatori vanno a prendere la figlia per condurla al centro protetto nel Bolognese, i genitori non la prendono bene. Anche se vengono avvisati con tutte le cautele prima che Saman li saluti». Di più: «A Corriere, Tg2 e Rai News, un testimone racconta quei momenti. Nazia è la più angosciata e sorpresa». Un po’ lo sconcerto per quel rifiuto così netto opposto dalla figlia; un po’ il fatto che conosce pochissimo l’italiano, la donna si mostra disperata. Ma non tanto perché, per esempio, a breve non potrà più nemmeno telefonare alla figlia. Quanto perché non sa davvero come spiegare in Pakistan che quelle nozze combinate, disposte e organizzate con dovizia di particolari, non si celebreranno mai.

Entrambi non accettano quei no della figlia a una cieca obbedienza alle loro disposizioni

Piange Nazia, mentre Shabbar continua a non capacitarsi del comportamento della figlia. Non riesce a comprendere come sia possibile per la ragazza ribellarsi a quelle nozze e mettere in discussione una cultura di vita a cui non vuole adeguarsi. Non per quel concerne almeno le scelte e i momenti decisivi di un’esistenza. Si rifugia nell’aiuto degli assistenti sociali, Saman. Ha la forza di opporsi fino in fondo. Sicura delle sue decisioni: che siano indossare un paio di scarpe da ginnastica e dei jeans strappati al posto della tunica islamica e del velo. Che riguardino il fidanzato a cui destinare amore e presenza. Un auto-determinismo che Saman ha pagato con la vita. Ancora oggi si è cercato il suo corpo. Intanto, il TGR Emilia-Romagna ha mostrato il video di Shabbar e Nazia in fuga da Malpensa.

Intanto spunta il video dei genitori di Saman in fuga all’aeroporto

Un filmato chiesto dai carabinieri alla polizia ferroviaria già il 3 maggio, quando sono cominciati gli accertamenti sulla scomparsa. I coniugi Abbas avevano i biglietti pronti. Acquistati  – riferisce sempre il Corriere – il 26 aprile da Danish Hasnain: l’uomo che avrebbe materialmente ucciso Saman. Resta da chiarire, allora, come Shabbar e la moglie siano arrivati all’aeroporto milanese. In aiuto, accompagnati da qualcuno:  è l’ipotesi che propone la Gazzetta di Reggio. Tasselli investigativi a cui manca ancora la tessera principale: il ritrovamento del corpo di Saman

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