Rita Dalla Chiesa alle donne di sinistra: «Niente da dire su Saman? Dov’è la solidarietà femminile?»

8 Giu 2021 17:58 - di Redazione

Sulla drammatica vicenda di Saman Abbas si ode un silenzio sospetto. E imbarazzante. Parola di Rita Dalla Chiesa. “Chissà perché le donne e gli uomini di sinistra fanno distinzione fra le varie forme di violenza sulle donne. Alcune meritano la loro solidarietà e sulle altre preferiscono il silenzio. Niente da dire su Saman?“. Così la figlia del generale ucciso dalla mafia in un tweet molto diretto contro l’indignazione a intermittenza delle femministe e delle vestali dei diritti delle donne.

Saman, Rita Dalla Chiesa denuncia il silenzio della sinistra

“Non sarete mai più credibili. Lo sapete, vero?”.  È la conclusione-avvertimento della popolare conduttrice televisiva. Che non è nuova ad attacchi diretti contro l’ipocrisia del mainstream. E che da tempo sui social espone giudizi netti, dimostrando di essere una donna coraggiosa e libera.

La distrazione delle femministe sulla 18enne pachistana

Sulla vicenda della diciottenne pachistana uccisa dalla famiglia perché voleva vivere all’occidentale e si era ribellata al matrimonio combinato dai genitori la sinistra preferisce tacere. Tranne qualche rara eccezione. I professionisti dell’indignazione di genere, le donne alla me too abituate a stracciarsi le vesti contro ogni minimo indizio di sessismo e il maschilismo, ancora tacciono. Hanno paura di sfidare il patriarcato islamico? Di sicuro preferiscono commentare altro. Imbarazzate, probabilmente, dal dover sconfessare la narrazione dell’islam moderato.

L’autocritica della Armeni: sento il rimorso per aver taciuto

Una dimenticanza imperdonabile, ammette una giornalista culturalmente onesta come Ritanna Armeni. Una ex ragazza degli anni ’70.  Che ha fatto autocritica pubblica. Dicendo di provare rimorso per non aver detto “nulla sulla scomparsa di questa ragazza di origine pakistana. È stata un’omissione, un peccato che considero grave. Credo abbia agito dentro di me, come dentro molte altre donne, una forma sottile di razzismo“.

 

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