Michele Merlo, l’addio della fidanzata su Instagram: «Vivrò a pieno la vita, per me e per te»

8 Giu 2021 20:55 - di Redazione

“Grazie, grazie di tutto, per sempre nel mio cuore”. Inizia così lo struggente addio di Luna al suo fidanzato, il cantante di 28 anni Michele Merlo. Morto domenica sera in seguito a una leucemia fulminante. “Il destino ci ha fatti incontrare. E come per magia ci ha fatto vivere momenti di amore puro, di gioia immensa in piccoli momenti e gesti. Quelli che tanto amavamo” scrive su Instagram. Postando alcune foto che li ritraggono insieme felici e spensierati.

L’addio di Luna, la fidanzata di Michele Merlo

Ti ringrazio infinitamente per avermi fatto credere in me stessa e nell’amore. Non so quando e se sarò pronta a rituffarmi in questo mondo”, scrive Luna Shirin Rasia. “Ma ci riuscirò, te lo prometto cuore mio. Perché la forza che mi hai dato tu nessun altro mai riuscirà a darmela”.

“Vivrò a pieno la vita per me e per te”

“Vivrò a pieno la vita per me e per te, sarai sempre in tutti i miei momenti e pensieri. Ora smetti di sognare e vola tra le stelle e tuffati dentro al mare. Lulu”. Conclude Luna, studentessa di “Culture e pratiche della moda” all’Università di Bologna. Che ha pubblicato anche delle storie di Michele, scrivendo: “Tu, noi, grazie di tutto mio romantico ribelle”.

I genitori del cantante si rivolgono alla magistratura

Michele si trovava proprio nel Bolognese con la fidanzata quando si è sentito male. “Aveva trascorso qualche giorno a Bassano con Luna, la sua fidanzata, poi erano tornati insieme sulle colline bolognesi”, ha raccontato il padre del cantante come riporta Il Corriere della Sera.

Secondo il racconto del padre, Michele si era rivolto prima in un ospedale di Vergato, in provincia di Bologna, da dove però sarebbe stato rimandato a casa. Poi l’emorragia cerebrale, l’operazione d’urgenza all’Ospedale Maggiore di Bologna, il coma farmacologico e la scomparsa. I genitori del cantante, anche in seguito alle notizie riportate dalle agenzie di stampa, hanno chiesto alla magistratura di svolgere “le necessarie indagini al fine di verificare se vi siano stati errori e/o omissioni antecedenti al ricovero al Maggiore. Che abbiano determinato irreversibilmente la sorte del proprio figlio“.

 

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