De Vito, dopo l’addio al M5S entra in FI: credo in Berlusconi innovatore politico, rispecchia le mie idee

7 Giu 2021 12:20 - di Ginevra Sorrentino
De Vito FI

È il pomeriggio di fuoco del 24 maggio scorso quando, tra polemiche e recriminazioni, l’ormai ex grillino Marcello De Vito, ufficializza l’addio in Campidoglio ai 5 stelle. Oggi, a distanza di due settimane da quell’annuncio, la notizia della sua adesione a Forza Italia. Resa nota dal senatore azzurro Maurizio Gasparri in una conferenza stampa in diretta Fb, insieme ad Antonio Tajani. «Si tratta di un annuncio di rilievo che dimostra quanto FI cresce nella Capitale», ha commentato soddisfatto il coordinatore nazionale del partito che ha appena accolto l’ultimo fuoriuscito pentastellato. Un ingresso che l senatore azzurro Maurizio Gasparri, commissario di Fi per Roma, ha a sua volta definito «un fatto molto positivo. Ringraziamo De Vito. FI ricostruisce una sua presenza nel Consiglio comunale e questo dimostra la vitalità del nostro partito che ha raccolto nuove adesioni».

L’ex grillino De Vito, dopo l’addio al M5S aderisce a Forza Italia

L’ennesimo ex movimentista deluso e indignato per le giravolte grilline che stanno segnando il M5S e minando nelle fondamenta la tanta attesa rifondazione di Conte. «Il mio percorso nel M5S finisce qui», annunciava allora a fine maggio il consigliere capitolino. In un lungo post su Facebook che tanto avrebbe fatto discutere. E nel corso del quale aggiungeva anche: «Dopo 9 lunghi anni. Intensi. Importanti, decido di uscirne. Il motivo è che non avverto più alcun senso di appartenenza. Non riesco più a dire alle persone “Noi del Movimento 5 Stelle…”. E questo per me è difficile da superare. Impossibile direi. È il risultato delle tante “capriole ideologiche” degli ultimi due anni»…

De Vito: «Berlusconi, un grande innovatore della scena politica italiana»

Detto, fatto. Il passaggio a Forza Italia oggi è ufficiale. E con tanto di commiato al vetriolo dai suoi ormai ex colleghi pentastellati. «Il comportamento dei vertici del Movimento cinque stelle nel mio caso credo che possa essere definito inqualificabile», ha tuonato De vito sbattendo la porta ai cinque stelle. «Ma non è stato questo che ha influito sulla mia scelta», ha prontamente aggiunto l’ex M5S, attuale presidente dell’Assemblea capitolina, confermando in una conferenza stampa in diretta Fb la sua adesione a Forza Italia. E commentando ulteriormente: «La mia vicenda giudiziaria ha influito zero: la mia scelta sarebbe stata identica. Mi sarei sempre rivolto a questa area politica che culturalmente ha sempre contrassegnato le mie scelte». Sottolineando, oltretutto: «Ancora non ho avuto modo di sentire il presidente Berlusconi. Credo che negli anni Novanta sia stato un grande innovatore della scena politica italiana».

Sul dilettantismo allo sbaraglio di un Movimento in pezzi

E a fronte della sapienza politica del padre nobile di FI, l’esempio di De Vito rimarca, una volta di più, il dilettantismo allo sbaraglio di un Movimento in pezzi. Che negli ultimi tempi non ha fatto altro che guardare al proprio ombelico. Sommando errori su errori. Polemiche su polemiche, perdendo terreno e pezzi proprio sulla strada che aveva contrassegnato gli esordi e i riscontri del M5S delle origini: parlare alla pancia del Paese. Smentendo e rinnegando se stesso, come elencato nel suo lungo post d’addio dallo stesso De Vito, che il 24 maggio scorso su Facebook elencava tutte le scelte, a suo avviso sbagliate, compiute dai pentastellati.

De Vito: tutte le capriole ideologiche del M5S

Tutti i punti di non convergenza che hanno motivato anche il suo esodo. Punti chiave che vanno dal tanto strombazzato «mai con il Pd» culminato negli inciuci per la nascita del governo giallorosso insieme ai dem. Dalla mancata sostituzione del capo politico Di Maio, allo smantellamento del divieto di alleanze. Fino alla cancellazione imposta dall’alto del vincolo dei due mandati. Per finire con la battaglia in corso tra Conte e Casaleggio su Russeau. Insomma, l’abbandono progressivo e definitivo dei principi cardine su cui era nato il Movimento 5 Stelle riguardo alla partecipazione degli iscritti.

 

 

 

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