Tensioni Cina-Usa, Pechino avverte Biden: «Stai giocando col fuoco. Taiwan è questione interna»

24 Mag 2021 14:08 - di Redazione
Taiwan

È bastato un comunicato a riaccendere le tensioni tra Pechino e Washington. La novità, questa volta, è che di mezzo c’è anche Seul. Ad accendere la miccia, una nota congiunta diffusa al termine dell’incontro alla Casa Bianca tra il presidente Usa, Joe Biden, e il suo omologo sud-coreano, Moon Jae-in. Nel comunicato, i leader dei due Paesi hanno sottolineato per la prima volta «l’importanza di preservare la pace e la stabilità nello Stretto di Taiwan». Lo hanno fatto senza menzionare direttamente la Cina. Da qui la stizzita reazione di Pechino, con annesso avvertimento a Stati Uniti e a Corea del Sud a non «giocare con il fuoco».

Le proteste dopo il vertice Usa-Corea del Sud

Il regime comunista cinese, infatti, considera «la questione di Taiwan» come una questione «puramente interna della Cina». Si tratta, si legge nella nota di Pechino, di una questione «correlata alla sovranità e all’integrità territoriale». La Cina, ha a sua volta dichiarato il portavoce del Ministero degli Esteri cinese, Zhao Lijian, «non consente a nessuna forza esterna di interferire». Taiwan è un nervo scoperto per la Cina, che rivendica piena sovranità sull’isola tanto da considerarla destinata alla riunificazione con la Repubblica di Pechino. Non a caso, il passaggio della dichiarazione congiunta di Biden e Moon che più ha innervosito il regime comunista riguarda la «libertà di navigazione e di sorvolo del Mare Cinese Meridionale».

Cina e Taiwan a rischio guerra

A provocare infatti forte irritazione a Pechino sono i frequenti passaggi di unità navali Usa nelle acque territoriali delle isole contese tra la Cina e altri Paesi del sud-est asiatico. Sul punto, il portavoce ha sottolineato che «non ci sono problemi» per queste operazioni se «in linea con il diritto internazionale». Secondo alcuni analisti, tuttavia, il rischio che possa scoppiare un conflitto tra Cina e Taiwan si fa sempre più concreto. Di tanto almeno sembrano convinti i ricercatori della China Cross-Strait Academy, think tank di Pechino con sede a Hong Kong.  A base della fosca previsione, le relazioni commerciali, il sentore delle rispettive opinioni pubbliche, gli ultimi eventi geopolitici e il sostegno dei reciproci alleati.

 

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