Letta è un marziano anche per i suoi. Marcucci: «La dote ai 18enni non mi piace. È fuori tempo»

28 Mag 2021 17:07 - di Redazione

Ancora fuoco amico su Letta. “Strapazzato” trasversalmente per la sua della dote di 10mila euro ai diciottenni, rispedita subito al mittente da un irritato Mario Draghi, oggi finisce nel mirino di Andrea Marcucci. Che non è “per niente entusiasta” della proposta, bizzarra, del segretario dem. Di fatto una patrimoniale. “È  proprio il tempo sbagliato”, va all’attacco il senatore del Pd ospite di Un giorno da pecora.

Marcucci: L’ultima idea di Letta non mi entusiasma

“Ora che c’è da far ripartire l’Italia, rimettere in moto i meccanismi economici, fare il 4,5-5% di Pil per pagare i debiti, la proposta del Pd qual è? Una tassa nuova“, dice Marcucci. Insomma Letta non è un marziano soltanto per Giorgia Meloni. Che ha stroncato la nuova tassa sui ‘ricchi’ proposta dal leader del Pd. Marcucci va giù pesante. E fa le pulci a Letta, con il quale ha il dente ancora avvelenato per il licenziamento da capogruppo in Senato. “Qualche errorino lo sta facendo“, dice del suo segretario. “Gli do un 6 di incoraggiamento. E mi sono sforzato”. L’unico merito di Letta, sostanzialmente bocciato, è quello di essersi imbarcato nell’avventura di guidare il partito che ha sfiduciato Zingaretti. E che non trova pace.

Tutti gli ‘errorini’ del leader del Pd

“La cosa che ha fatto che mi piace di più è aver accettato l’incarico. Non era scontato”, dice Marcucci. “È  venuto a fare una cosa complicata“. La più brutta – e non è di poco conto – riguarda la svolta politica che l’ex premier spodestato da Renzi vorrebbe imprimere. E rischia un salto all’indietro . “Che si vuole spostare, posizionare non tanto a sinistra, su alcuni temi. Ma a sinistra non c’è un grande corpo elettorale da recuperare. Il Pd è quella dello nascita, socialismo democratico, cattolicesimo democratico e liberismo democratico laico”. Parole pesanti, quelle dell’ex capogruppo a Palazzo Madama, tentato dal lasciare il partito.  Ipotesi smentita dall’interessato. Che però non perde occasione per punzecchiare il segretario.

Un boomerang, un atto di masochismo

L’ideona di Letta, annunciata con gran fanfara, si conferma un boomerang. Inopportuna, confusa e fuori contesto anche per la sinistra. Aumentare le tasse oggi è un atto di masochismo, si fa notare. Tra i primi a freddare la baldanza di Letta è stato il ministro dell’Economica Franco. E se Renzi demolisce la proposta, il premier non gli lascia chance. “Caro Letta ora è il momento di dare ai cittadini non di continuare a prendere”. Parole che hanno ammutolito il leader del Pd. Non è da escludersi che ieri, nel faccia a faccia a Palazzo Chigi, l’ex governatore della Bce lo abbia rampognato. Diciamo ‘messo in riga’ per il futuro.

Letta contrattacca: mi hanno criticato con il benaltrismo

Dalle colonne dell’Espresso Letta si difende e contrattacca. “Una larga parte dello spettro politico ha messo in scena rispetto alla mia proposta il trionfo del benaltrismo. Potrei elencare almeno dieci ‘serve ben altro“, dice leader dem. “Succede quando si tocca la rendita. Perché la tassa di successione per i più ricchi è la rendita. Fu il governo Berlusconi a toglierla, c’è nella stragrande maggioranza dei paesi europei. Parlarne – puntualizza – non significa attaccare quanto è stato costruito con il sudore della fronte. Ma al contrario chiedere a chi eredita senza sudore beni milionari un contributo per i giovani che non hanno nulla“. Letta, accerchiato, risponde con un grande attivismo. Insomma se ‘pensa in grande’ non è compreso.

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