Francia, l’ex brigatista rosso Di Marzio l’ha fatta franca. Per il latitante è scattata la prescrizione
L’ha fatta franca. L’ex brigatista rosso Maurizio Di Marzio, uno dei tre latitanti al momento della maxi retata di Parigi, non è più processabile. Non sarà estradato in Italia perché dalla mezzanotte di ieri è un uomo libero.
L’ex brigatista Di Marzio non può essere estradato
Di Marzio, 59 anni, è l’unico fra gli ex terroristi italiani contro i quali due settimane fa è scattata l’operazione ‘Ombre Rosse’ ad aver fatto perdere le sue tracce. Gli inquirenti avevano fatto sapere nei giorni scorsi di “non aver rinunciato” a catturarlo. Troppo tardi. L’ex brigatista non si era fatto trovare in casa il 28 aprile dopo il via libera di Macron alle domande di estradizione. E’ l’unico della lista dei dieci ricercati trasmessa dall’Italia che non è stato fermato. E non si è consegnato proprio perché in attesa della scadenza di ieri.
Per il terrorista latitante è scattata la prescrizione
Di Marzio, molisano di origine, ex membro dell’ala militarista delle Brigate rosse, dovrebbe scontare ancora un residuo di pena a 5 anni e 9 mesi di carcere per banda armata. Associazione sovversiva, sequestro di persona e rapina. Al momento degli arresti, a non farsi trovare erano stati in tre. Oltre a Di Marzio, anche Luigi Bergamin e Raffaele Ventura. Che il giorno dopo però, seguendo il consiglio della legale Irène Terrel, si erano costituiti.
Di Marzio, che a Parigi gestisce da anni un noto ristorante in centro, il ‘Baraonda’, fu già arrestato una volta nel 1994 su richiesta dell’Italia. La Corte d’Appello diede dopo un anno parere favorevole all’estradizione. Ma il decreto governativo non fu mai firmato. Sulle sue spalle pesa il tentato sequestro del vicecapo della Digos di Roma, Nicola Simone, il 6 gennaio 1982.
Ambienti vicini all’inchiesta a Parigi lasciano intendere che il tentativo di Di Marzio di arrivare alla scadenza del 10 maggio era piuttosto scontato. E che, in ogni caso, si tratta – fra i 10 individuati per riattivare le procedure di estradizione – della posizione “meno grave”.