Doccia fredda per i lavoratori Alitalia. Niente stipendi per aprile. I sindacati: il governo si muova

27 Apr 2021 12:14 - di Redazione

Doccia gelata per i dipendenti di Alitalia.  Al rischio sempre più concreto di licenziamento, oggi sono stati informati che non riceveranno lo stipendio di aprile. I continui summit tra il governo Draghi e la Commissione europea sul destino della società hanno collezionato solo stalli e insuccessi. Con una nota laconica Alitalia ha avvertito che non pagherà domani gli stipendi dei lavoratori (che di norma ricevono le buste paga il 27 di ogni mese).

La nota di Alitalia ai dipendenti: niente stipendi ad aprile

Gentili colleghi e colleghe, desideriamo informarvi che, come di consueto,  procederemo con i pagamento degli stipendi di aprile non appena ci verranno erogati gli indennizzi previsti a sostegno dell’emergenza Covid-19″. Si legge in una comunicazione interna firmata dai commissari straordinari Gabriele Fava, Giuseppe Leogrande e Daniele Santosuosso. Diffusa da fonti dei sindacati. Scesi in piazza la scorsa settimana contro le condizioni capestro imposte da Bruxelles per il ‘salvataggio’. Contro la ‘soluzione bonsai” che  rischia di consegnare il ricco mercato italiano, terzo in Europa e decimo al Mondo, alla concorrenza europea.

Gli indennizzi del governo sono ancora su ‘carta’

Nuovo ritardo dopo quello del mese di marzo. La compagnia non ha soldi. Il paracadute predisposto dal governo con il decreto-legge approvato il 21 aprile non si è ancora aperto.  Alitalia non ha ancora incassato i soldi pubblici, alla voce «indennizzi Covid», sui quali i commissari fanno affidamento per pagare gli stipendi.

I sindacati scrivono al governo

La Fnta (Anpac, Anpav e Anp) ha denunciato con preoccupazione lo stallo (già ventilato nelle scorse settimane). E chiesto al governo di intervenire immediatamente. “La situazione dei lavoratori di Alitalia, già precaria e drammatica per la mancanza di visibilità sulla concreta realizzabilità dell’annunciato progetto di rilancio, non può essere ulteriormente aggravata dalla mancanza di certezze sui pagamenti delle retribuzioni”. I sindacati – si legge nella nota – chiedono con forza ai ministri dell’Economia e dello Sviluppo economico “di procedere con immediatezza all’invio delle risorse finanziarie alla procedura Commissariale, per rendere possibile il tempestivo pagamento delle retribuzioni“.

Il braccio di ferro con Bruxelles

La crisi della compagnia si fa più grave  è drammatica. Mentre prosegue il braccio di ferro tra il governo e la Commissione Ue per il decollo della nuova società pubblica, Ita. Che potrebbe godere di fondi pubblici fino a 3 miliardi per la ricapitalizzazione. Ma che Bruxelles non vuole che vengano impiegati per Alitalia.  Non solo, ma la Ue già contesta gli aiuti pubblici ricevuti dopo il commissariamento, tra il 2017 e il 2019.

Rampelli: va difesa la sovranità del traffico aereo

Sul rischio di perdere la sovranità del traffico aereo è tornato in campo Fabio Rampelli. “L’Europa ci sta imponendo delle condizioni capestro. Che tarpano le ali della futura compagnia. Basti considerare la differenza di ristori che l’Ue ha riconosciuto all’Air France, 4 miliardi. A Lufthansa, 11 miliardi. E all’Alitalia, 297 milioni di euro. L’Italia non può andare in Europa con il cappello in mano. E accettare di tagliare un asset strategico come una compagnia di bandiera. L’Italia che cede il trasporto aereo a terzi è come l’Arabia Saudita che cede la gestione dei pozzi alla Cina”.

 

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