Insulti alla Segre: indagati due leoni da tastiera. Dovranno rispondere di minacce aggravate

3 Mar 2021 11:28 - di Redazione
Segre

La polizia postale ha individuato gli autori dei post di minacce nei confronti di Liliana Segre. La vicenda, come si ricorderà, è cominciata in occasione della vaccinazione della senatrice a vita presso l’ospedale Fatebenefratelli di Milano. Era il 18 febbraio scorso. Le era bastato pubblicare sul proprio profilo Fb la foto mentre le deveniva inoculata la dose per scatenare i social. Si trattava, in gran parte, di messaggi ostili e, per di più, a sfondo razzista. Ne è nata un’indagine per minacce aggravate dalla discriminazione e dall’odio razziale affidata dalla Procura meneghina alla polizia postale.

Hanno 75 e 40 anni

Gli investigatori si sono trovati di fronte ad un florilegio a metà tra l’idiota ed il farneticante. Un misto di odio e di ottusità adir poco impressionante. Tra questi ne spicca uno in qui sia legge (testuale): «Aveva paura di morire la stronza? Non sono riusciti neanche i tedeschi ad ammazzarla… e ora ha paura di morire??». Non è meno stupidamente razzista un altro utente che scrive: «Ma se tirasse le “cianche” (le cuoia, ndr)… quanto si risparmierebbe?». All’esito delle indagini, gli agenti della polizia postale e della Digos della questura milanese hanno individuato due persone. Li ritengono gli autori dei commenti antisemiti più aggressivi verso la Segre. Il primo, G.G.T, è un 75enne residente in provincia di Cagliari. Il secondo, G.T. di 40 anni, è invece domiciliato nel Viterbese.

Le offese alla Segre via Fb

A carico dei due indagati, il pool anti-teterrorismo della Procura di Milano ha emesso decreti di perquisizione e di ispezione sui sistemi informatici e di telecomunicazione in loro possesso. I provvedimenti sono stati eseguiti in  mattinata con l’ausilio degli agenti della polizia postale di Roma e Cagliari e delle Digos di Viterbo e Cagliari. Le perquisizioni hanno permesso di riscontrare le ipotesi investigative formulate in merito agli attacchi alla senatrice Segre. Sono stati, inoltre, acquisiti ulteriori elementi probatori sui dispositivi informatici ora al vaglio degli specialisti della polizia postale.

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