Bolzano, parla Madé: ma che pentimento e crollo. Benno ha ucciso mamma e papà a sangue freddo
Bolzano, ora parla Madé, e su Benno rivela: ma che pentimento e crollo. Benno ha ucciso mamma e papà a sangue freddo. Avevo capito tutto sin dal principio. Madé Neumair, la sorella di Benno, unico imputato per l’omicidio dei genitori Peter Neumair e Laura Perselli, esce dal riserbo rivela: Mio fratello mi ha procurato un dolore acuto a mani nude. E ha sempre depistato. Finché confessare è stato opportuno per questioni legali. È questo il riassunto, a grandi linee, di quanto confidato tra sofferenza e lucida analisi dei fatti la sorella di Benno, Madé Neumair. Una figura rimasta in disparte fin qui. Chiusa nel silenzio e nel lutto. Affranta dal dolore, ma mai preda dello sconcerto al punto di non riuscire a leggere tra le righe. Ha sempre fatto capire di essere convinta che la verità sulla scomparsa dei genitori era dovuta a un’azione violenta. Riconducibile, ha sempre sospettato la giovane, fin dal primo istante, a un solo responsabile: suo fratello Benno.
Bolzano, Madé su Benno: «Mi ha tolto tutto a mani nude»
Quel fratello difficile. Quella presenza minacciosa che viveva nella stanza accanto dei suoi. Quella bomba sempre sul punto di esplodere che la mamma temeva. Che il papà forse credeva di poter controllare. Che la sorella ha subito individuato come l’unico artefice possibile della tragedia. Un ragazzo che oggi è la fonte del suo dolore e su cui la stessa Laura Perselli metteva in guardia la figlia, esortandola a non ritrovarsi mai da sola in compagnia del fratello. Un soggetto capace di depistare e fingere, anche con lei. Persino nei giorni in cui la scomparsa della coppia bolzanina non lasciava ipotizzare necessariamente l’epilogo tragico che poi si è rivelato. Per questo, oggi, le prime parole di Madé Neumair dopo la confessione resa da suo fratello ai magistrati, non sono parole di vicinanza e accettazione.
Madé su Benno: «Non credo al pentimento di mio fratello»
Come quelle, per intenderci, mai arrivate ai media, ma concretizzate nei comportamenti, dal papà di Erika De Nardo, che con la complicità del fidanzato di allora, Mauro Favaro, detto “Omar”, ha ucciso la madre e il fratellino di 11 anni. No, quelle di Madé sono parole forti. Che la portano a dire: «La confessione di Benno non è un traguardo. In questo momento per me rappresenta semplicemente un’ulteriore svolta che forse faciliterà il nostro percorso in quello che fino a ieri vedevo davanti a me come un processo puramente indiziario».
«Benno ha mentito e sistematicamente depistato»
Del resto, Madé ha sempre saputo che è stato Benno a uccidere e a disfarsi del corpo dei genitori. «Il fatto che Benno abbia ucciso a sangue freddo la mia mamma il mio papà la sera del 4 gennaio – spiega la sorella del giovane personal trainer in carcere per aver ucciso Peter Neumair e Laura Perselli – per me è stato violentemente e dolorosamente evidente fin dal primo pomeriggio del 5 gennaio. Come sanno gli inquirenti e le persone a me più care. Pensando alle prime settimane seguenti all’accaduto, stento a credere – continua – come io sia riuscita a mantenere la calma e la concentrazione nel trambusto e nel dolore più annientante. Vivendo nella paura che la verità non venisse mai alla luce».
«Nelle interviste sentivo la sua voce gelida fabbricare palesi menzogne»
Poi, un momento di respiro che segue all’apnea del dolore, come a fare da camera di decompressione. «Ho sentito i miei genitori vicinissimi ogni giorno. Mi hanno dato la forza di alzarmi ogni volta la mattina – racconta Madé –. Mi stanno continuando a dare tutto quello che mi hanno sempre dato nel modo più puro. Ho vissuto i primi giorni con le immagini in televisione di un Benno a braccia larghe che si appoggiava alla balaustra della terrazza dei miei genitori. Scrutando arrogantemente in basso verso i giornalisti e i carabinieri. E lamentandosi con me al telefono, poco dopo, su quanto fosse nauseato e irritato da tutte le “strane domande”. Sentendo nelle varie interviste la sua voce gelida fabbricare spontanee teorie depistanti. E palesi menzogne».
«Penso che la sua confessione sia un passo dovuto al quadro indiziario»
Poi, la ragazza incalza: «Non credo a un sentimento di pentimento da parte di Benno. E ci vuole ben poco a capire che la sua confessione, resa immediatamente dopo il ritrovamento del corpo senza vita di una delle sue due vittime – che presentava ovvi segni di violenza – fosse a quel punto un passo dovuto al quadro indiziario a suo carico. E non l’effetto di una dissoluzione di schianto di tutte le difese di negazione e di rimozione. Attuate nelle settimane successive ai fatti. Negazione e rimozione mi appaiono ben poco compatibili con l’intensa attività di mio fratello di depistare. E di inquinare in maniera calcolata e lucida, le prove a suo carico».
Madé Neumair: «Grata all’Arma, agli inquirenti e ai miei legali»
Poi, quasi intravedendo uno spiraglio di luce nel buio accecante di dolore e risentimento, Madé prosegue: «Il 4 gennaio ho provato sulla mia pelle che il bene non sempre vince il male. Che l’amore di una mamma e di un papà non può non bastare. E che le parole giuste spesso non ci sono. Così come, che nessuna possibile condanna potrà mai compensare quello che in poche ore mi è stato tolto a mani nude. Credo però ancora fermamente che la verità possa e debba vincere. Il mio cuore in questo momento è colmo dell’amore che sento fortemente per i miei genitori. Della gratitudine nei confronti dell’Arma, degli inquirenti e dei miei legali. E, infine, della vicinanza che sento per la mia famiglia da parte di un mondo intero». Rasserenata, per quanto possibile a Madé, del bene e della luce che riesco a vedere nonostante tutto nella mia vita. O meglio: “Della vita che vuole la vita”: come diceva sempre mia mamma»...