FdI presenta la prima mozione a Draghi: è su Mps. «Rinvii la privatizzazione: rischia manovre ostili»

10 Feb 2021 14:53 - di Redazione
fdi mps

Nemmeno è nato il governo Draghi e già si troverà sulla scrivania il primo dossier scottante: la privatizzazione del Monte dei Paschi di Siena. A porre la questione Fratelli d’Italia, che oggi in una conferenza stampa al Senato ha presentato una mozione, primo firmatario il senatore Adolfo Urso, sottoscritta da tutti i senatori di FdI, in cui si chiede al premier Mario Draghi di chiarire e rinviare la privatizzazione di Mps, decisa dal governo Conte bis.

La prima mozione di FdI a Draghi

Si tratta del primo atto rivolto da Fratelli d’Italia al nascente governo Draghi e rientra in quella opposizione patriottica, seria e responsabile che proprio ieri al termine delle consultazioni ha annunciato Giorgia Meloni. «Oggi si pone un problema specifico, nei contenuti e nella forma, a dimostrazione – ha sottolineato il capogruppo al Senato, Luca Cieriani – che FdI è una forza propositiva anche dall’opposizione. Vogliamo riaccendere i riflettori su Mps e sull’intreccio fra politica di sinistra e il sistema finanziario, perché la nostra non è un’opposizione sterile e preconcetta ma che guarda alla sostanza dei problemi dell’Italia in modo patriottico».

Rinviare la privatizzazione di Mps

Secondo il senatore toscano di Fratelli d’Italia Patrizio La Pietra, poi, «oggi ci troviamo nella condizione di sollecitare il governo su un problema che riguarda da vicino il territorio della nostra regione, ma che rappresenta il primo atto che FdI rivolge al nascituro governo Draghi. Un problema, quello della privatizzazione di Mps, di cui intendiamo chiedere con la nostra mozione un rinvio alla Commissione europea e che dimostra come siamo intenzionati a fare un’opposizione costruttiva in favore del nostro Paese».

L’impatto di Mps sul territorio

Concetto rimarcato anche dall’assessore comunale di Siena di FdI, Francesco Michelotti. «Mps – ha detto – rappresenta per Siena l’indotto di impiego maggiore, con 2600 dipendenti fra città e provincia e 2800 dipendenti nel resto della regione. Una banca storica – ha sottolineato Michelotti – lasciata in balìa delle manovre ombrose del Pd che l’hanno portata al collasso, costringendo lo Stato alla sua ricapitalizzazione a spese dei contribuenti, cosa che noi intendiamo oggi evitare che accada di nuovo».

Urso: «Rischiamo manovre ostili»

«La ricapitalizzazione di Mps – ha ricordato Urso – è costata 5,4 miliardi di euro. E la prospettiva è quella di una nuova ricapitalizzazione per 10 miliardi di euro. È un’ipotesi a cui noi ci opponiamo. Siamo per la privatizzazione della banca, ma vogliamo che sia rinviata fino a quando non vi saranno condizioni di mercato migliori e dopo che Mps avrà iniziato la sua opera di risanamento». «Oggi come oggi – ha avvertito il senatore di FdI – una privatizzazione ci espone a rischi di manovre ostili di scalata da parte della finanza straniera, in particolare quella francese. E non vogliamo nemmeno sottoscrivere l’altra ipotesi caldeggiata dal M5S che auspica la trasformazione di Mps in banca pubblica. La situazione cui ci troviamo di fronte oggi è frutto delle operazioni della “ditta” Padoan, D’Alema, Fassino. Con Padoan che – ha concluso Urso – è diventato presidente di Unicredit”.

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *