Sgarbi fa nero di Maio: “Non c’è vaccino contro i buzzurri. Ripeta le elementari”
“Contro l’ignoranza non c’è un vaccino”. Sulla nuova “violenza” al congiuntivo del ministro degli Esteri Di Maio non poteva mancare la legnata di Vittorio Sgarbi. Il “qualora Renzi staccava...” ha lasciato impassibile la Annunziata -che ha preferito sorvolare per carità di Patria – ma non il feroce critico d’arte. Che con il grillino trova sempre pane per i suoi denti.
Sgarbi si scatena contro Di Maio
“Dispiace, ma contro l’ignoranza non c’è un vaccino: è necessario ripetere elementari e medie”, ha scritto un Vittorio Sgarbi al vetriolo, che per definire meglio il suo concetto ha aggiunto l’hashtag #governodibuzzurri. Tutto quanto Vittorio Sgarbi ha sempre pensato e affermato dei grillini e di Di Maio in particolare trova ancora un volta una perfetta sintesi in queste parole pesantissime.
Il congiuntivo e di Maio: precedenti
Parole pesanti contro le quali il critico si è scatenato contro l’ennesimo , vistoso, strafalcione grammaticale. Visto soprattutto che l’errore arriva dopo una lunga serie di errori dell’indefesso ministro degli Esteri. Ricordiamo il “se c’è rischio che soggetti spiano…”. Era il gennaio del 2017 – si diverte a ricordare il Giornale-. Poi Di Maio “si corresse”, sbagliando ugualmente: “Se c’è rischio che massime istituzioni dello Stato vennissero spiate”. Poi di nuovo ritentò: Se c’è il rischio che due soggetti spiassero le massime istituzioni dello Stato”. Insomma, col periodo ipotetico sarebbe stato meglio lasciar stare. Non è per lui. Pietà. Sorvoliamo poi sugli errori di geografia. Ci vorrebbe un’antologia.
A volte il basso profilo sarebbe la scelta migliore. Invece l’ignoranza, se si unisce alla presunzione di avere in qualche modo ragione, forma una miscela perversa. L’ufficio di comunicazione di Luigi Di Maio, dopo lo scivolone si è affrettato ad incalzare, visto che anche sui social le ironie sui sprecavano: “Nessun errore, nel parlato quella forma è ammessa”. Contenti loro, le regole dell’italiano parlano chiaro. Ed è strano che in tutto questo tempo Di Maio e i suoi non abbiano avuto il tempo di comprare una grammatica ed usarla quando serve. Insomma, la figuraccia è servita. Sbagliare è umano, ma perseverare è diabolico…