Casini avverte Conte: «Con la politica del pallottoliere fai un regalo alla Meloni e a Salvini»

21 Gen 2021 16:36 - di Michele Pezza
Casini

Memo (non richiesto) per Conte: per istruzioni su “costruttori” citofonare a Pierferdinando Casini. Già, non basta dirsi di centro per fregiarsi del titolo di democristiano. Non lo sono neanche tanti dc che credono d’esserlo. Chi sono? Tutti quelli che confondono lo stare al centro con lo stare in mezzo. Il premier rientra in quest’ultima categoria. Gliel’ha rinfacciato anche Renzi l’altro ieri al Senato: «Presidente, lei confonde la politica con l’arte di restare al governo». Infatti, per blindarsi a Palazzo Chigi ha ingoiato tutto quel che c’era da ingoiare. E anche il suo contrario. Per legittima ambizione personale. Solo quel campione di doppiopesismo come Marco Travaglio fa finta di credere che l’odierno mercato delle vacche sia una distinta ed esclusiva boutique.

Casini auspica il chiarimento tra premier e Renzi

Di certo non la beve Casini, uno che in Parlamento c’è praticamente nato. «Questo sostituire alla politica il pallottoliere, non porta nulla di buono», ha avvertito dai microfoni di Un giorno da Pecora. «Non puoi affidare i tuoi destini a tre, quattro parlamentari uno dei quali quali si dichiara vegano e vuole il ministero dell’Agricoltura…». Ecco, lui è un dc vero, che sta stare sempre in mezzo restando al centro. Una sorta di motore immobile nato nuova vita nel ’94, anno primo dell’era berlusconiana e ora dispensatore di preziosi consigli al Pd. Ma lui è un semper idem. Non certo un camaleonte alla Giuseppi. Per questo ci sarà da credergli quando lancia l’allarme per dire: «Attenzione, il pallottoliere è il più grande regalo che si fa a Salvini e alla Meloni…».

«Vittoria di Pirro per i contendenti»

Pierferdy – è proprio il caso di dire – ha fatto centro. Perché ha ricordato al premier e alla sua ciurma di sbandati a Cinquestelle che non è che poi può raccattare di tutto perché c’è il Pd a coprirgli le spalle. Non lo dice per eccesso di renzismo. Anzi, si mostra equanime nel dividere torti e ragioni tra Conte e il leader di Italia Viva. Il primo ha sbagliato a  prendere tempo per perdere tempo, mentre il secondo ha posto «problemi non tutti sbagliati in modo sbagliato». L’appello implicito è a sotterrare l’ascia di guerra con la mediazione del Pd («dovrebbe dare un suo contributo serio»). Diversamente, avverte, sarà «una vittoria di Pirro per l’uno e per l’altro…».

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