Massimo Galli non si fa illusioni: «Il vaccino Covid arriva a fine gennaio? La realtà è un’altra»

25 Nov 2020 8:57 - di Edoardo Valci
Massimo Galli

Il professor Massimo Galli non nasconde lo scetticismo. Molte sono le sue perplessità. «Tre vaccini disponibili dalla fine di gennaio? Dubito che ci sia un vaccino contro il coronavirus disponibile dalla fine di gennaio». Il responsabile del  reparto malattie infettive dell’ospedale Sacco di Milano si sofferma sulle tempistiche. È dubbioso. Dati alla mano, spiega il perché. «C’è la realtà e ci sono le dichiarazioni, che sono una cosa diversa. Questo paese non è stato in grado di garantire una decente copertura vaccinale per i bambini. Se parliamo di adulti e anziani, lo scorso anno abbiamo avuto il 54% di copertura del vaccino influenzale», dice.

Massimo Galli in disaccordo sulla riapertura delle scuole

Ma anche su altri punti non è d’accordo con le voci che girano. In Italia si discute l’ipotesi di riaprire la scuola il 9 dicembre. «Una pessima idea, uno slogan politico e niente altro. Riaprire e poi chiudere per le vacanze, in un periodo come questo, non ha nessun senso. Dove sono le garanzie per i trasporti?», chiede Galli. «Per le strutture scolastiche? E i problemi dei trasporti sono stati risolti? Sarebbe più serio riaprire direttamente a gennaio. Il guaio è pronto a ripartire se perdiamo il controllo della situazione, con un rischio ora molto meno circoscritto rispetto al passato».

Il numero dei morti? «Un evento atteso»

Il numero dei morti è molto alto. Le cifre creano tensione. «Purtroppo, date le caratteristiche della malattia, è un evento atteso. È un virus bizzarro», puntualizza Massimo Galli. «Colpisce in maniera diversa, spesso è variabile da un soggetto all’altro. Persino tra gli ultraottantenni e tra gli ultranovantenni, circa il 30% ha un’infezione asintomatica o poco sintomatica. Le nostre capacità di cura sono migliorate ma non sono risolutive. Il dato dei contagi è in flessione e fa ben sperare per quanto riguarda l’efficacia delle misure adottate».

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