Ippolito (Spallanzani): «Dovremo fare i conti con il Covid per tutto il 2021, lo scenario è questo»

5 Nov 2020 9:36 - di Paolo Sturaro
Spallanzani

«Dovremo fare i conti con questa pandemia per almeno tutto il 2021». Lo dice, in un’intervista al Corriere della Sera, Giuseppe Ippolito, direttore scientifico dello Spallanzani di Roma. È componente del Comitato tecnico scientifico (Cts). «Le misure messe in campo sono le uniche armi che abbiamo per contenerla. Ma vanno applicate bene e serve la collaborazione di tutti».

Ippolito (Spallanzani): «Va ridotta la circolazione del virus»

«L’obiettivo è semplice», afferma. «Ridurre la circolazione del virus con le sue conseguenze sulla salute delle persone. E fare in modo che il sistema sanitario riesca a reggere la pressione dei ricoveri e rispondere al fabbisogno di letti in terapia intensiva. Se non si riesce a stabilizzare il trend dei contagi qualunque sforzo sarà inutile. Tutti i Paesi si stanno muovendo così, mettendo in sicurezza la tenuta della sanità per garantire cure non solo ai malati di Covid».

«Col senno di poi si sarebbe potuto fare di più?»

«Qualunque provvedimento», osserva Ippolito, «può essere risolutivo o inutile. Dipende da come viene applicato. Si possono emanare le disposizioni più restrittive. Ma se ognuno di noi non è diligente nel rispettarle non serviranno a un granché. Si è sempre cercato», spiega Ippolito, dello Spallanzani, «di prendere decisioni appropriate, proporzionate e sostenibili dal punto di vista economico e sociale. Col senno di poi si sarebbe potuto fare di più? Possibile. In estate avremmo dovuto essere più cauti e non andare in discoteca o in piazzetta per l’aperitivo? Possibile. Ma la situazione attuale non è solo dell’Italia, è uno scenario comune. Tutta Europa è zona rossa».

Il direttore dello Spallanzani e il Covid

«Questo virus ha un vantaggio su di noi», spiega il direttore dello Spallanzani. «Nei primi giorni dell’infezione agisce in maniera assolutamente non controllabile perché si è contagiosi per 2-3 giorni prima dell’insorgenza dei sintomi. E spesso si rimane asintomatici ma in grado comunque di infettare altre persone. Test, tracciamento, isolamento sono le uniche contromisure ma se il numero dei casi sale oltre un certo livello il sistema di tracciamento salta. Allora occorrono azioni di mitigazione e contenimento aggressive come quelle che abbiamo messo in campo».

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