Scuole chiuse in Campania, dura lettera dei presidi alla Azzolina: “Mancano prof, banchi e tamponi”

18 Ott 2020 19:48 - di Monica Pucci

“La scuola in presenza è fondamentale per tutti, dai più piccoli all’ultimo anno del secondo grado”. Questa, a quanto si apprende, la posizione ribadita dalla Ministra Lucia Azzolina nel corso dell’incontro di stamani con le Regioni. Per le secondarie di secondo grado (superiori) una parte di didattica digitale “è già presente”, ha ricordato. Sulla differenziazione degli orari le Regioni chiedono al Governo di organizzare eventuali adattamenti per le scuole di secondo grado. Nel caos totale, la ministra, dunque, prova a giustificare le sue scelte, perfino quelle più bizzarre come i banchi a rotelle, e scarica le colpe sugli enti locali.

Intanto, in Campania, scatta la protesta dopo la decisione del governatore De Luca di chiudere le scuole per almeno due settimane. Se a De Luca si contesta la decisione, alla ministra Azzolina, in una lettera firmata da 130  presidi, si ricorda che in Campania manca un po’ di tutto, dai docenti ai banchi, per non parlare dei tamponi per gli studenti.

Scuola, la lettera dei presidi alla Azzolina

La lettera dei 130 dicenti campani, indirizzata alla ministra Azzolina, si apre con il dispiacere per le frasi da lei pronunciate, dopo la decisione di De Luca. “Ci hanno molto colpito le Sue dichiarazioni a proposito degli studenti campani, che avrebbero, a Suo dire, affollato centri commerciali e strade. La rassicuriamo: i nostri studenti erano davanti ai computer, nelle loro case, a fare scuola e noi nelle scuole, insieme al personale ATA, a garantire che ciò avvenisse. La scuola campana è una scuola seria, dove, pur tra mille difficoltà, si lavora sodo, spesso senza un’adeguata interlocuzione con gli Enti Locali (in molti casi assolutamente assente), in edifici dove la manutenzione straordinaria ed ordinaria lascia assai a desiderare, in assenza di certificazioni antincendio, con arredi che ricordano i decenni passati, in eterna carenza di personale. E con una carenza di spazi, in molte scuole, che non ha visto la pronta risposta su spazi alternativi, come annunciato più volte quest’estate….”. Parole durissime, sia contro De Luca che contro il governo.

I mesi persi nel tentativo di preparare le aule contro il Covid

La lettera prosegue così. “Abbiamo riaperto le scuole, dopo la difficile e comune esperienza di lockdown della scorsa primavera, lavorando notte e giorno per renderle sicure, con acquisti di attrezzature per una pulizia più approfondita, con segnaletica che informasse adeguatamente sui comportamenti da adottare nella situazione epidemiologica in corso, con dispenser di igienizzanti per le mani e quant’altro. Abbiamo trascorso il mese di agosto e i primi giorni di settembre letteralmente con il metro alla mano, per misurare le distanze necessarie tra i banchi e tra i banchi e le cattedre. Distanze che sovente cambiavano, a seconda delle interpretazioni del CTS e di altri soggetti. E abbiamo riaperto con gli arredi di sempre, prevalentemente biposto (quelli che da decenni offre il mercato), con le solite sedie rotte, le solite cattedre traballanti”.

Nella missiva le accuse sono precise, al ministero. “Abbiamo anche riaperto con i soliti organici incompleti (a tutt’oggi), tra docenti di sostegno e collaboratori scolastici mancanti , convocazioni per le supplenze che vanno sempre più deserte. Ma abbiamo riaperto: garantendo orari scaglionati per gli ingressi, rotazioni di vario genere, doppi turni, divisione in gruppi di classi, per garantire una ripresa in presenza, perché il nostro obiettivo è non far perdere un’ora di scuola a nessuno. E i contagi, nonostante ciò, sono aumentati…”.

Le domande alla ministra Azzolina

Sono tante le domande che i presidi rivolgono alla ministra, tutte dettagliate, documentate.

“Perché abbiamo riaperto le scuole senza aver ricevuto gli arredi promessi (i famosi banchi monoposto)? A tutt’oggi in Campania ne sono stati consegnati poco più di 4.000
Perché non si procede con una campagna massiva di test rapidi agli studenti?
Perché a tutt’oggi non possiamo garantire ai nostri studenti gli insegnamenti in tutte le discipline, dal momento che gli organici non sono ancora completi?
Perché gli studenti disabili non possono ancora godere dei docenti di sostegno di cui hanno bisogno?
Perché sul sito della Presidenza del Consiglio dei Ministri che riporta il numero di mascherine distribuite dal Commissariato alle scuole, i quantitativi non corrispondono alle consegne che effettivamente sono state effettuate, e ovviamente, per difetto?
Perché, a proposito dei trasporti, immaginando la movimentazione degli studenti, anziché prevedere un potenziamento di linee dedicate di trasporto per le scuole (semmai trasferendo le necessarie risorse agli Enti Locali), in ben 6 mesi, si è solo riusciti a decidere che si aumentava la capienza dei passeggeri?
Perché pochi giorni fa, il 2 ottobre 2020, è stata emanata una circolare di conferma delle elezioni degli Organi Collegiali in presenza entro il 31 ottobre, in piena emergenza epidemiologica?”.

Un vero e proprio atto d’accusa in più punti, che inchioda il governo alle proprie responsabilità e non consente alla Azzolina di poter scaricare le colpe del lockdown delle scuole in Campania solo sul governatore-sceriffo Vincenzo De Luca.

Salvini all’attacco: “Leggete la lettera degli insegnanti…”

“Vale la pena dedicare 3 minuti a questa lettera aperta degli insegnanti della Campania. Molto bella, concreta, appassionata, vera, scritta col cuore. Viva maestre, prof e insegnanti, viva studentesse e studenti. Aspettiamo tutti le risposte di De Luca e Azzolina…”. Lo scrive Matteo Salvini su Fb postando una lettera di insegnanti campani al ministro Lucia Azzolina.

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