Puglia, il ministro Boccia fa il portavoce di Emiliano: «Ha sempre voluto la parità di genere»
La doppia preferenza di genere in Puglia è assurta a caso nazionale. Per introdurla nella regione guidata dal dem Michele Emiliano, il governo ha dovuto ricorrere ai poteri sostitutivi. Gli stessi, per la cronaca, che si è ben guardato dall’utilizzare durante l’emergenza Covid. Così va il mondo – pardòn – l’Italia. E non è tutto. Perché da noi succede pure che il ministro che ha sbloccato l’impasse, Francesco Boccia, anch’egli dem e pugliese, invece di limitarsi ad un’informativa asciutta e istituzionale sul punto, ha pensato bene di trasformarsi nel portavoce di Emiliano, di cui ha illustrato pensiero (tanto) e azione (poca).
Il governo surroga la Regione sulla doppia preferenza
«Il governatore della Puglia ha sempre voluto e con forza la parità di genere», ha assicurato il ministro-portavoce. Che non pago di cotanta scivolata, ha preso a bacchettare anche gli oppositori di Emiliano in regione. Ovviamente, sempre in nome della correttezza istituzionale impostagli dal ruolo. «Nei consigli regionali – ha attaccato – ci si nasconde spesso dietro l’ostruzionismo o il voto segreto e spesso non si ha il coraggio di mettere la faccia su battaglie politiche chiaramente vili come quella di opporsi alla parità di genere». Come a dire: non è colpa di Emiliano se la sinistra in maggioranza non riesce a venire a capo dell’ostruzionismo, ma dell’opposizione che lo pratica. Già, ma come si permette?
Il titolare degli Affari Regionali attacca gli oppositori di Emiliano
In realtà, il poco prode Emiliano l’ha fatta grossa. Subire l’onta della surrogazione da parte del governo su una materia – la parità di genere – per il Pd ormai più importante di una fabbrica che chiude, significa votarsi alla sconfitta. Il titolare degli Affari Regionali ha fiutato il pericolo ed è corso ai ripari. Non solo esercitando i poteri sostitutivi, ma ribadendo la sacralità del principio violato dalle scaramucce pugliesi dopo l’approvazione in Senato del relativo decreto. «Dopo la giornata di oggi sarà chiaro a tutti che questo principio non è più negoziabile». Così parlò Francesco Boccia, ministro scarso ma ottimo portavoce.