Casaleggio piange miseria e incassa un prestito di 25mila euro grazie al Covid e a Conte
La crisi economica da coronavirus? Vale per tutti, anche per gruppi e aziende che operano sul web e in politica, come la Casaleggio Associati, anche se in possibile odore di conflitto d’interessi, visto che da un lato reggono le fila del M5S che governa l’Italia e dall’altro finiscono per incassare i prestiti, con garanzie statali, concessi dal governo Conte. Venticinquemila euro, grazie alle leggi per sostenere le imprese colpite dal lockdown. Una legge che le banche hanno applicato poco e male, ma non per l’associazione grillina, che i soldi li ha incassati davvero, come denuncia un articolo di Repubblica. Soldi da restituire, sia chiaro, ma anche soldi “leggeri”, a condizioni favorevolissime.
Casaleggio e il prestito con garanzia statale
Incassare un prestito, da restituire a tassi bassissimi alle banche, godendo di garanzia statale, non è certo un reato, anzi. Magari molte più imprese italiane fossero riuscite a ottenere quella cifra. Ci è riuscito, di sicuro, il figlio di Gianroberto Casaleggio, sollevando le legittime perplessità poltiche di Repubblica. La legge che concede prestiti a tassi quasi azzerati è stata infatti varata dal governo a guida 5S e sarebbe riservata a chi autocertifica danni da Covid. Davide Casaleggio, a quanto pare, è riuscito a certificare i propri “danni” da coronairus, ottenendo la cifra richiesta a titolo di prestito dalla Banca del Mezzogiorno-Mediocredito Centrale, usufruendo delle garanzie pubbliche previste dal decreto Cura Italia.
Nonostante le rimesse dei parlamentari grillini, che devolvono parte delle loro indennità alla Casaleggio per la gestione della piattaforma Rosseau, dunque, il Covid ha messo in ginocchio anche le attività dei co-fondatori del M5S. Il prestito, dunque, era legittimo. Ma quanto opportuno? E la legge sul conflitto d’interessi dov’è finita?