Tumore e farmaci, la denuncia di una figlia: “Mio padre senza terapia, i medicinali mancano da mesi”

4 Lug 2020 14:49 - di Redazione
Tumori e farmaco foto Ansa

Tumore e farmaci. O meglio, pazienti oncologici in attesa di un farmaco che non si trova più da mesi. Non solo: anche la sua possibile alternativa è carente. Accade in Italia, in un ospedale della Capitale. A denunciare il caso è la figlia di un 73enne. Una donna che non si arrende a quanto può accadere in un Paese con il servizio sanitario giudicato, a livello internazionale, tra i migliori al mondo. «Mio padre è in cura da un anno per un carcinoma vescicale con annesse recidive. Per allungare i tempi della ripresa della malattia e scongiurare eventuali nuove recidive – ricostruisce Francesca F. all’Adnkronos Salute – l’iter diagnostico prevede diversi cicli di instillazioni chemioterapiche vescicali».

Tumore e farmaci, una carenza pericolosa?

Nel caso di mio padre, prosegue la figlia, «si tratta di instillazioni di Bcg (bacillo di Calmètte Guérin) con il farmaco Bcg Medac*“. Ebbene, attualmente questo farmaco e anche l’alternativa Oncotice* di Msd risultano carenti in Italia». Così, l’ospedale non sa darci una risposta – rimarca la ragazza –. Che poi aggiunge: «Ho già chiesto aiuto al viceministro della Salute Sileri e ora vorrei l’intervento del ministro della Salute Speranza».

E anche quelli alternativi possibili…

Le difficoltà a reperire questi due medicinali è nota alla Siu, la Società italiana di urologia. «Nella nostra esperienza confermiamo la carenza di Bcg Medac», riferiscono gli esperti interpellati dall’Adnkronos Salute. Il motivo, escluso quello legato al lockdown Covid-19, potrebbe riguardare – secondo fonti attendibili – la difficoltà da parte delle aziende nel reperire alcuni componenti, le “starting material”, che servono a produrre il principio attivo. La donna autrice della denuncia del caso, spiega: «Mio padre al momento sta bene. L’ultimo controllo a maggio non ha evidenziato recidive e quindi avrebbe dovuto fare tre instillazioni vescicali (una a settimana) di mantenimento (ne aveva già fatte 6, senza problemi, a cavallo tra gennaio e febbraio). Quando sono andata in ambulatorio, l’oncologa mi ha detto che il farmaco sarebbe dovuto arrivare a metà giugno. Ma così non è stato».

La denuncia della figlia di un malato: scriverò al ministro Speranza

Allora, prosegue Francesca, «le ho chiesto se questo ritardo nell’inizio della terapia avrebbe comportato rischi maggiori. Lei mi ha risposto, testuali parole, “che non si correvano rischi e che comunque mancando il farmaco, non avevano scelta”. Ma d’altronde, che mi doveva dire se non questo, vista la situazione? – Chiede non nascondendo una certa preoccupazione la donna –. Che poi prosegue: «Ho parlato anche con la segretaria dell’ambulatorio, mi hanno risposto dicendo che forse il farmaco sarebbe arrivato a metà luglio».

Le risposte evasive dell’ospedale

Di fronte alle risposte evasive da parte dell’ospedale, e all’impossibilità di avere certezze su quando i farmaci saranno di nuovo disponibili, la figlia sta facendo di tutto per risolvere la situazione. «Ho scritto al viceministro Sileri, che mi ha risposto tramite la sua segreteria. E scriverò preso al ministro della Salute Roberto Speranza – sottolinea –. Vogliamo delle risposte da chi guida la sanità italiana. Non mi fermerò finché il farmaco non sarà di nuovo disponibile per mio padre e per tutte le persone che stanno vivendo la nostra stessa situazione».

L’Aifa conferma le carenze dei farmaci

La carenza è attestata anche dallAifa. «Il medicinale Bcg Medac è carente dal 18 aprile 2019 per problemi produttivi dell’azienda titolare dell’autorizzazione al commercio – sottolinea l’Agenzia italiana del farmaco, contatta sul caso –. Il titolare Medac ha comunicato in data 26 giugno 2020 che il medicinale tornerà disponibile, se pur con quantitativi ridotti, e quindi in distribuzione contingentata, già a partire da metà luglio». Nel frattempo, Oncotice, l’alternativa terapeutica, «è carente dal 30 gennaio 2020. Per questo medicinale sono previste delle forniture nel mese di luglio, che però presumibilmente non permetteranno la fine della carenza (prevista per il 15 luglio 2020), in considerazione dei numerosi ordini accumulati in questo periodo».

Un piccolo spiraglio si apre a luglio?

Dunque, un piccolo spiraglio dovrebbe aprirsi per i malati, ma molto dipende anche dall’ospedale e dall’Asl. Infatti a Roma altre grandi strutture hanno ancora scorte di entrambi i farmaci. Ma i problemi riguardano anche il resto d’Italia. «Poiché al momento né MedacMsd sono in grado di garantire una fornitura adeguata dei medicinali a base di Bcg, per consentire il proseguimento della terapia per i pazienti in trattamento», l’Aifa rilascia alle strutture sanitarie (ospedali e Asl) che ne fanno richiesta «l’autorizzazione a importare dall’estero un prodotto analogo». Nei casi di carenze prolungate le aziende non possono lasciar passare troppo tempo senza dare una risposta, o prorogando ancora l’irreperibilità del prodotto, perché scatterebbe la sanzione da parte dell’Aifa.

 

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *