Senato, bagarre contro Salvini. E lui: «Fatelo papa, il premier. Ma non si azzardi a darmi la pagella»

22 Lug 2020 14:41 - di Michele Pezza
Salvini

«Lasciatemi il diritto di restare scettico». Matteo Salvini non ha alcuna voglia di intrupparsi nel coro dei peana a Conte seguito alla chiusura del lungo vertice Ue. A quei soldi fatti vedere dal premier come se fossero già pronti per essere allocati sui conti correnti di artigiani, commercianti e imprenditori lui non crede proprio. E a chi durante la conferenza stampa al Senato gli obietta che anche il Capo dello Stato ha condiviso l’accordo di Bruxelles, replica: «Mattarella ha sempre ragione. Ma aspettiamo che arrivino e che si trasformino in taglio delle tasse». Poi, congedandosi per raggiungere l’aula, dove è atteso Conte, non resiste al gusto della battuta: «Adesso andiamo a sentire l’oracolo». In aula l’atmosfera è tesa.

La presidente Casellati per due volte costretta ad intervenire

La presidente Casellati deve intervenire due volte per consentire al leader leghista di parlare senza essere interrotto. «Se volete – ironizza – potete gridare anche “Conte papa“, ma rivendico il diritto di criticarlo». La maggioranza rumoreggia, ma il discorso di Salvini li spiazza. «Se Conta porta in aula il taglio dell’Iva, i voti della Lega ci sono», è l’annuncio del Capitano. Il tono è quello della sfida. Si inalbera, invece, quando rimarca il tentativo del premier di dividere il centrodestra distinguendo «l’opposizione buona», cioè Forza Italia, da «quella cattiva», Lega e FdI. «Il premier – attacca – non può dare patenti». Il tema resta quello dei soldi negoziati nel vertice Ue.

Salvini: «I soldi solo nel 2021. Ma il problema è adesso»

«Arriveranno a 2021 inoltrato. Ma – ricorda – il problema è adesso. Domani è troppo tardi». Del resto, puntualizza, rivolgendosi al premier, «questo è un prestito un po’ strano». Ed è vero. «È la prima volta – spiega Salvini – in cui un imprenditore, cioè il governo italiano, chiede un prestito. La banca (la Ue, ndr) glielo concede dopo quattro giorni di trattative, ma gli dice “questi soldi li spendi come dico io'”». Clima infuocato, dunque, anche se la resa dei conti elettorale sembra allontanarsi. Salvini lo ha capito. Poco prima, infatti, durante la conferenza stampa aveva dato la propria disponibilità a votare la legge elettorale. Ma, ha avvertito, solo «se si vota la settimana dopo».

 

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