Padre Zanotelli contro i bus gratis agli anziani: «Meglio darli ai migranti, ne hanno più bisogno»

19 Lug 2020 13:19 - di Giovanni Pasero
Zanotelli

Padre Alex Zanotelli, il missionario comboniano caro alla sinistra, non ha perdonato la politica in favore degli italiani in vigore in alcune regioni d’Italia. Al Corriere del Trentino, dice esplicitamente cosa non gli va giù.

“Sono rimasto colpito dalla vicenda dei bus”, ha detto il frate rosso. “Togliere la gratuità dei viaggi ai richiedenti asilo per darla agli anziani che non ne hanno necessità“, ha attaccato padre Zanotelli.

Il missionario trentino oggi opera a Napoli, precisamente nel Rione Sanità. Ha quasi 82 anni ma non solidarizza con i suoi coetanei. Per lui prima i migranti, poi gli italiani. E pazienza se hanno dedicato una vita al loro Paese. “Il Trentino ha bisogno di missione, di tornare al Vangelo, a quei valori che erano parte della società trentina“, tuona ancora padre Zanotelli, per il quale non c’è Vangelo e non ci sono valori nel garantire agevolazioni agli italiani più deboli, offrendo loro strumenti per una vita maggiormente dignitosa. Lo spettro di visione del missionario camboniano prevede un futuro senza identità per il Paese: “I tanti paesi semivuoti del Trentino dovrebbero promuovere un progetto come quello di Riace, ripopolarsi con i migranti. L’orizzonte è un’umanità plurale, come diceva Pierre Lucien Claverie“.

Padre Zanotelli: “I militari di Nassirya non sono martiri”

Padre Zanotelli nella stessa intervista ha ribadito anche la sua assoluta contrarietà al pensiero sovranista: “Quando ascolto certi slogan e la loro declinazione politica mi chiedo come un cristiano possa effettuare certe scelte elettorali“. Il missionario Zanotelli si batte da una vita contro le situazioni di più estrema povertà e contro chi è complice di tanta miseria e il suo impegno è rispettabile, ma non può essere condiviso il suo sfogo contro gli anziani, solo perché italiani. Mai “prima gli italiani”, in Italia, per padre Zanotelli. Poco importa a padre Zanotelli, lo stesso che solo pochi mesi fa affermò che “I militari vittime dell’attentato a Nassiriya non andrebbero definiti ‘martiri“. 

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