Giorgia Meloni: «Vergognoso il silenzio della sinistra sui pm contro Salvini»

26 Mag 2020 11:40 - di Marta Lima

La vergognosa vicenda delle chat “politiche” dei giudici non sfonda a sinistra che finge di ignorarla, chissà perché. Se lo chiede la leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, che attacca. “Mi ha molto colpito il silenzio della quasi totalità della classe politica sul caso Salvini-pm. In pochissimi hanno espresso solidarietà all’ex ministro o parole di condanna verso esponenti della magistratura che dichiaravano la necessità di utilizzare la giustizia che amministrano per colpire ingiustamente un esponente politico non gradito. Ma al di là del calcolo politico, o del timore reverenziale che la politica tende ad avere nei confronti della magistratura, credo che in cuor loro in molti si rendano conto della enorme portata del tema. Lo si potrebbe chiamare effetto Robespierre'”. La Meloni in un intervento su “La Verita”, dopo le rivelazioni sulla vicenda delle chat gestite da Luca Palamara (nella foto), analizza la situazione della giustizia italiana.

Meloni: aggressione politica dei giudici da decenni

Meloni denuncia che “da decenni l’aggressione di taluni pm nei confronti di personaggi politici ritenuti ostili si realizza depositando intercettazioni telefoniche o ambientali che li riguardino nelle redazioni delle testate giornalistiche, prima ancora che nelle segreterie degli uffici giudiziari” e in particolare sottolinea che la vicenda Salvini/pm evidenza che c’è un “costante inquinamento della vita istituzionale – fino a qualche tempo fa del Governo e del Parlamento, adesso anche della giurisdizione – con l’uso indebito delle intercettazioni. Che il sistema lasci a desiderare è così evidente che lo ha capito perfino l’attuale Governo, atteso che uno dei tanti decreti legge prodotti in questo periodo ha disposto l’ennesima proroga dell’entrata in vigore della riforma delle intercettazioni”.

La riforma Gentiloni mai varata

Meloni ricorda che la legge di riforma “risale a tre anni fa, il decreto attuativo è stato varato dal Governo Gentiloni, poi sono iniziati i rinvii. Ci sarà una ragione se dopo tanto tempo la riforma non è mai divenuta operativa? non è forse il caso di rivederla? Noi pensiamo di sì. Fra i suoi aspetti più preoccupanti, vi è la mancata definizione delle modalità tecniche per le intercettazioni eseguite col cosiddetto trojan, nonostante la richiesta del Garante della privacy perché siano dettate regole su limiti, strumenti e modalità con cui si intercetta, su come trasmettere e custodire i dati, sull’integrità e sulla sicurezza di quanto captato”.

“Combattere il crimine nel rispetto dei diritti”

Meloni avverre che “la criminalità va combattuta, ma con mezzi trasparenti e rispetto dei diritti. E’ un grave problema di tutela dei diritti fondamentali del singolo, ed è al tempo stesso una questione di sovranità tecnologica nazionale: si utilizzano strumenti stranieri, col rischio di ripercussioni in settori altamente sensibili per la sicurezza italiana. E gli accordi intercettati per recare danno (mediatico e politico) a Salvini quando era ministro dell’Interno, e puntava ad arginare la migrazione irregolare? Chiedo: c’è bisogno di un trojan per farla emergere? E’ da tempo che settori della giurisdizione teorizzano non in modo occulto, ma su riviste e su chat partecipate da centinaia di utenti, il proprio ruolo di indirizzo in settori come l’immigrazione clandestina e la sicurezza pubblica: e spiegano come attraverso decreti e ordinanze sia possibile fermare l’azione di un Governo che – per es. – ha deciso di fermare gli sbarchi”.

I pericoli delle invasioni di campo secondo la Meloni

“E’ stato così dieci anni fa, durante i Governi Berlusconi dei quali ho fatto parte, quando al Viminale c’era Maroni, e alcune Procure iscrivevano nel registro degli indagati i comandanti delle imbarcazioni della Guardia di Finanza che in mare effettuavano le operazioni di respingimento: dopo averne parlato non al telefono, ma in riunioni di corrente. I procedimenti poi sono stati archiviati, ma l’effetto di interdizione è stato raggiunto. Il nodo della costante sovrapposizione giudiziaria all’attività politica andrà affrontato se e quando ci sarà un Esecutivo non prono alle indebite iniziative di taluni p.m.: e andrà affrontato non in conflitto, ma d’intesa con quella parte della magistratura che non tollera certe invasioni di campo di propri colleghi. Per ragioni di principio, e -conclude- per una certa cautela che deriva dall’esperienza di vita di Robespierre”.

Commenti

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  • Antonio 14 Giugno 2020

    Buonasera,
    Purtroppo è così da Pertini in poi, che sia un paese di corrotti è così evidente da creare imbarazzo, ma al peggio non c’è fine.
    Spiace dirlo ma solo,il popolo puo mettere fine a questa triste e vergognosa situazione
    La politica sa, tutti loro sanno, ma nessuno vuole davvero un cambiamento.
    Il popolo? Addomesticato con lo zuccherino come contentino.
    Ci hanno lasciato una fortuna inestimabile e la politica fatta di persone talvolta anche elette e riuscita a fare danni imbarazzanti e solo con un gran lavoro di onestà e lungimiranza potrebbe prendere la giusta via.
    Ma non frega nulla a nessuno, e noi abbiamo il governo che meritiamo.
    Chi è preposto a far conoscere dovrebbe farlo in modo libero, chi governa ( e bastano 3 persone) dovrebbe avere capacità, coscienza, onestà e lungimiranza……nulla di ciò vedo nella politica.
    A pensare che sarebbe così semplice……altro che urla e distruzione nelle piazze…..
    Cambiare la politica e possibile e anche semplice,
    Basterebbe ignorarli e tutti coloro che sono stati condannati e/o comunque non fanno il bene del paese cambierebbero nazione, e noi ce ne libereremmo.
    Ma ci vuole morale ed onestà, in un paese che ha un pessimo esempio, quei pochi che sono capaci e onesti sonomoscurati, allontanati o senza diritto di parola..
    Peccato che la maggior parte degli italiani dimenticano troppo in fretta.