Il calcio ritorna? Forse che si…: botta e risposta tra Malagò e Gravina

11 Apr 2020 16:24 - di Redazione
Il calcio ritorna

Il calcio ritorna? Forse che si… Intanto scalpita. Scendere in campo si potrà, ma non e’ ancora stabilito quando. Fine maggio, dicono gli ottimisti. metà giugno, gli altri. Nella luce in fondo alla quarantena che l’Italia attende, il calcio e’ tra quelli che conta di ripartire presto. E aspetta un segnale dal governo. Segnale però ancora rinviato dal nuovo Dpcm. Con cui si prolunga anche per “i pallonari” la quarantena. Fino al 3 maggio stop totale. Poi si vedrà. E, visto che pallavolo e basket hanno già dichiarato chiuse le stagioni, il calcio rimane l’unico. La linea da seguire fa discutere. In ogni caso, la scelta di provare a chiudere la stagione ha causato un botta e risposta Malagò-Gravina: “Prendo atto che il calcio ha scelto una strada diversa”, dice il presidente Coni.

Il calcio ritorna? Forse che si…

“Tutti si fermano e il calcio no? Il calcio ha la sua specificita’, per dimensione e impatto economico. Siamo in linea con quanto chiedono Fifa e Uefa”, la replica del presidente della Federcalcio. Il calcio ritorna, quindi. Non è detto. Infatti, il n.1 del governo mondiale del calcio, Gianni Infantino, avverte per l’ennesima volta: “Non si deve tornare a giocare finche’ rischierà anche un solo calciatore”. La deadline, ancorchè generosa, e’ puramente indicativa visti i rischi di ripresa dell’epidemia anche a curva di crescita definitivamente scesa. Proprio per questo l’idea di tornare in campo divide anche il calcio al suo interno: pro sono Uefa, Federcalcio, Eca, Agnelli, Lotito; contro Ferrero, Brescia, una parte sostanziosa del sindacato calciatori, medici come il professor Castellacci. Per la prossima settimana la commissione medica della federcalcio completerà il protocollo di sicurezza per il ritorno in campo. Si seguira’, più che l’esempio del Bayern (allenamenti a gruppi di 5, spogliatoi per 2 giocatori per volta o addirittura doccia a casa) la linea guida della Fmsi:tamponi per tutti, controlli di immunita’ per i negativi, e non solo i calciatori ovviamente. Dai massaggiatori ‘anziani’ ai dirigenti al seguito, per non parlare degli arbitri.

 

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