Chissà se la regione Lazio pagherà per i morti di Rocca di Papa
Gli anziani muoiono a grappoli anche nella regione Lazio, la differenza è che non sembrano fare rumore rispetto ad altre regioni. E nonostante emergano in tutta evidenza errori dell’assessorato alla sanità e complicazioni burocratiche assolutamente evitabili. Il coronavirus – si sa – per Zingaretti era una semplice influenza.
Rocca di Papa, c’è una Rsa del gruppo San Raffaele. Qui c’è stato un numero enorme di contagiati, tra personale sanitario e ospiti della struttura. Stiamo parlando di un istituto che fa riferimento a un Ircss, non genericamente privato. Svolge cioè una funzione pubblica. E come tale dotato delle strutture adatte ad eseguire il test del tampone. Ma la regione Lazio non vuole.
Perché la regione Lazio ha detto di no?
Eppure a fine marzo il ministero della salute aveva raccomandato di sottoporre a controlli proprio il personale sanitario con una circolare molto chiara. E l’Ircss San Raffaele aveva manifestato immediata disponibilità a praticare i tamponi ai propri dipendenti oltre che ai ricoverati.
No, la regione ci mette una settimana e l’8 aprile parte l’editto. I tamponi decidiamo noi dove si fanno. Il 15 aprile il San Raffaele manifesta di nuovo la propria disponibilità ma l’assessorato alla sanità ha già stabilito che per la struttura di Rocca di Papa ci dovrà pensare il Campus Biomedico. Che poi è privato….
E intanto gli anziani muoiono a grappoli
Tant’è. In tutto questo lasso di tempo, il 3 aprile un paziente con sintomi simili al Covid-19 viene sottoposto a tampone dalla Asl che solo il giorno dopo viene spedito al Campus per l’analisi. Il giorno successivo il San Raffaele – che per fortuna aveva isolato la persona – viene a conoscenza della sua positività al test.
Il 6 aprile altri tamponi al resto degli ospiti e solo il 9 si viene a conoscenza del gran numero di contagiati. E la regione che fa? Ovviamente isola la struttura, senza un minimo di mea culpa. Del resto, nessuno indaga.
Hanno timore – in assessorato – che i familiari dei pazienti deceduti possano fargliela pagare? Il rifiuto ostinato a praticare tamponi direttamente al San Raffaele può essere stato concausa di più di un decesso? Qualcuno potrebbe essere chiamato a risponderne.
Mio padre, 80 anni prossimo giugno, dimesso in tutta fretta la mattina di Pasquetta 13.04.2020, su una sedia a rotella fuori dalla struttura, in pigiama, senza i suoi affetti personali e con il catetere ancora inserito.
Con il sopravvento del Covid 19, il Policlinico Castelli Romani il 17 marzo 2020 lo trasferisce al San Raffaele di Rocca di Papa (struttura già chiusa ai visitatori), per la prosecuzione della terapia farmacologica ospedaliera e successiva riabilitazione degli arti inferiori, riabilitazione non eseguita per la chiusura di li a poco, della palestra.
Apprendo la notizia contagi presso la struttura , la mattina del 10 aprile, mi dicono che stanno procedendo con i tamponi (come riporta anche il foglio dimissioni) ma la situazione è già sfuggita di mano.
Il risultato del tampone – “negativo” arriva 3 giorni dopo.
Non voglio gettare fango sul San Raffaele di Rocca di Papa, ma di certo, a parte la chiusura ai visitatori, molto non è stato fatto o comunque non è stato fatto nel modo corretto. Bisognava aspettare che si contagiassero tutti i pazienti ed operatori prima di fare i tamponi ed utilizzare il maggior numero di dispositivi ant-contagio a disposizione?
Ora mio padre è a casa sua dove vive con la compagna, deve rispettare i 15 giorni di isolamento per quanto possibile , visto che al momento non è autosufficiente, nessun controllo da parte di nessuno che sia ASL o la struttura di provenienza, x avere notizie delle sue condizioni, valutare la possibilità di ripetere il tampone e quant’altro.
Decine e decine di telefonate per avere indicazioni su cosa fare, dall’ASL di appartenenza alla Protezione Civile per ascoltare solo le solite storie di disinformazione e burocrazia.
..per togliere il catetere…? “…bisogna attivare il CAD signora, ma i tempi sono troppo lunghi e suo padre non può aspettare…”
…carrozzina e deambulatore..? “bisogna attivare una procedura che tra le varie cose, prevede un documento di Invalidità Civile…” ma mio padre non ne è in possesso poiché in ospedale ci è entrato per curare una forte infezione ed invalido ne è uscito per non aver potuto portare a termine la terapia
…la richiesta di invalidità civile (con i suoi lunghissimi tempi di attesa) si deve fare al CAF recandocisi di persona perché non e’ consentito l’uso della posta elettronica, ma soprattutto gli uffici sono chiusi!!
Ma di cosa vogliamo parlare?
E’ vero, abbiamo una buona sanità, ma la burocrazia, le menti ottuse ed il poco buon senso sempre più’ spesso hanno la meglio.
Nessuno sarà chiamato I giudici sono tutti di sinistra nominati con gli intrallazzi di renzi e c.
QUELLO CHE NN SOPPORTO È CHE QUESTI AL GOVERNO NN PAGANO MAI.. ANZI ARRESTANO GLI ALTRI!!!