La preghiera di don Camillo contro il virus dalla Patria di Peppone (video)

13 Mar 2020 6:00 - di Francesco Storace

Chissà se sia Giuseppe Conte il Peppone dei giorni nostri. Certo, molto più elegante, ma suscita la stessa diffidenza di allora in chi lo vede come un arrogante usurpatore.

Al tempo c’era la piazza del paese. Oggi i proclami si lanciano sulla rete, in diretta facebook.

Allora, bisognava far parte del direttivo sezionale del partito per conoscere le mosse contro il nemico in tonaca. Oggi basta la rete per svergognare chi dice troppe bugie al nostro popolo.

Giuseppe Conte deve rendersi conto che il lavoro non può essere lasciato a metà. E che ha ragione l’opposizione a pretendere una battaglia seria al coronavirus. Lo chiedono gli operai delle fabbriche; lo pretendono i cittadini barricati in casa a cui è stato detto che si chiudeva tutto mentre non è vero; è un’Italia fatte di tante Brescello quella che si sente presa in giro.

Troppe minimizzazioni

Conte ha una sola scusante: è davvero difficile combattere contro la pandemia. Ma ha la colpa di averla minimizzata. La sua compagnia di Peppone ha perso settimane preziose a tacciare di razzismo chi chiedeva rapidità di intervento. Poi, la frittata è stata fatta in ritardo e nemmeno ben cotta.

Arrivi anche a lui, al premier, la preghiera di  Brescello e magari riesca, quel Crocifisso, nel miracolo di far ragionare chi è troppo preso da se stesso.

Sempre più cittadini hanno paura di essere contagiati dal virus. Che è vero si espanderà nel resto d’Europa ma ci si chiede anche quale sia il motivo per chi si va in diretta facebook a raccontare che si prendono misure drastiche senza spiegare che sono molto meno di quanto ci si aspettava.

Non solo nel paese di don Camillo le bugie sono peccato. E in casi come questo sono un delitto – non usiamo la parola crimine sennò a palazzo Chigi si offendono – che sarebbe davvero imperdonabile. Nemmeno dal cuore enorme di Nostro Signore, presidente Conte. Occorre serietà, serve verità.

Commenti

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  • Eugenio 13 Marzo 2020

    Il presidente del Consiglio e tutti i ministri, pur sollecitati dai Governatori del Nord, non hanno adottato i provvedimenti necessari ad arrestare il contagio da coronavirus. Ciò ha causato la morte di moltissime persone! Non potrebbero essere accusati di omicidio o di strage?

  • Sabino Gallo 13 Marzo 2020

    In condizioni come questa ,tanto difficile, qualche errore è possibile. Chi è stato in guerra sa bene quanto sia difficile scegliere “la cosa migliore da fare”! E’ necessario che ognuno ragioni con la propria testa, prima di tutto, “aggiungendo” qualcosa di più alle “raccomandazioni ed agli ordini ” dei “superiori responsabili dell’insieme”! Tuttavia, mi sembra che la maggioranza degli italiani si comporti abbastanza bene ! Gli irresponsabili non mancano mai ! I più”responsabili” devono sentire il dovere di orientare i “movimenti” di coloro che lo sono di meno”! Come in guerra!

  • Carlo Cervini 13 Marzo 2020

    Oltre per la difesa dal coronavirus; bisognerebbe pregare per la dipartita di questo Governo di portinaie…………….hanno aspettato 20 giorni e un bel – 50% di perdite per fermare i derivati short computerizzati giornalieri (es: ENI da 14,36 a 6,598, Tenaris S A (ex Dalmine) da 10,60 a 4,684 ecc………….con danni enormi per le società, i fondi, gli ETF, i Pir, i risparmiatori, adesso il recupero sarà ridicolo, solo lo scoperto di ieri………….. forse………….e come al solito la faranno franca.

  • Ben Frank 13 Marzo 2020

    Siamo arrivati al punto, di doverci affidare a don Camillo, perché governanti e (falso e spergiuro) papa ci hanno abbandonati…

  • rosanna castellano 13 Marzo 2020

    Ci ricordiamo di DIO solo nei momenti di disperazione ,ma va bene anche cosi .Adesso pero’e’ arrivato il momento di piegare le ginocchia per pregare seriamente e affidare ogni cosa a Colui che e’l’origine di tutto e che tutto puo’.

  • Mario Salvatore Manca 13 Marzo 2020

    La preghiera di don Evandro è commovente. Ma quello che mi sconvolge è che giusto nel periodo in cui è particolarmente necessario andare in chiesa e partecipare a tutte le celebrazioni (non dico funzioni, perché è un termine improprio e inesatto, che dà più l’idea di un apparecchio meccanico o tecnologico che della partecipazione ai Misteri massimi della nostra Fede), giusto in questo periodo si chiudano le Chiese. Tra poco meno di un mese la Liturgia celebrerà la Risurrezione di Cristo: Χριστὸς ἀνέστι – Ἀληθὸς ἀνέστι canteranno i nostri fratelli ortodossi. Ma come possiamo essere noi partecipi del più grande evento della Storia, se noi stessi dobbiamo restare isolati nelle nostre case per paura di un ipotetico contagio? E che dire, poi, dell’esempio di Francesco d’Assisi che abbraccia il lebbroso, perché vede in lui l’immagine di Cristo morto e crocifisso per noi? Si vergognino i nostri Pastori, che invece di seguire l’esempio di fra Cristoforo e del cardinal Federigo Borromeo, si barricano dietro un vile servilismo donabbondiesco!