Filippo Narducci “inattendibile”, assolti i tre poliziotti accusati di lesioni e sequestro di persona
L’arresto di Filippo Narducci non è stato illegittimo. Le testimonianze emerse in udienza lasciano pensare che Narducci, quella sera di aprile del 2010, abbia reagito in maniera scomposta. Pertanto anche le annotazioni di servizio redatte dai poliziotti, non possono considerarsi false.
Cade così il castello di accuse mosse nei confronti di tre poliziotti dal cesenate Filippo Narducci.
«Indubbiamente inattendibile risulta il racconto fornito dal Narducci, non solo per i profili emersi già a seguito alla sua audizione, ma anche perché sotto molteplici aspetti totalmente sconfessato dalle altre risultanze istruttorie acquisite». È quanto si legge nelle motivazioni della sentenza, depositate qualche giorno fa, che ha assolto il 30 gennaio scorso, i tre poliziotti Christian Foschi, Marco Pieri e Giancarlo Tizi – con formula “il fatto non sussiste” -, dalle accuse di falso ideologico, falso in atto pubblico, calunnia, falsa testimonianza e sequestro di persona.
I tre agenti finiti nel tritacarne
I tre agenti del commissariato di Cesena, finiti nel tritacarne mediatico del cosiddetto “Caso Narducci”, vedono l’inizio della loro odissea giudiziaria il 9 aprile del 2010. Quel giorno, durante alcuni controlli notturni, si imbattono nel barista cesenate.
Narducci, 14 mesi dopo quel controllo di Polizia, denuncerà gli agenti asserendo di essere stato vittima di abusi. E diviene il “sopravvissuto” di un caso di malapolizia con conseguenti apparizioni in TV. In particolare, ad occuparsi del caso recandosi finanche sotto l’abitazione di uno dei tre agenti, fu la iena Matteo Viviani. (nella foto insieme con Narducci)
Secondo l’accusa, i poliziotti oltre ad aver usato violenza, avrebbero dunque dichiarato il falso nelle loro annotazioni di servizio, effettuando un arresto illegittimo.
I testimoni scagionano gli agenti
Non la pensa così il giudice Marco De Leva del Tribunale Monocratico di Forlì che ha assolto i tre agenti difesi dagli avvocati Eugenio Pini, Marco Martines e Riccardo Luzi, ritenendo attendibili i testimoni sentiti in aula risultati, come si legge nel documento «senza dubbio ben più affidabili del denunciante in considerazione del maggiore grado di precisione, linearità e coerenza di cui si sono dimostrate capaci nell’esposizione dei fatti a loro noti, nonché dell’assenza di specifici interessi in causa e di un intento calunniatorio o diffamatorio».
E ancora, secondo quanto emerso durante le udienze, non sarebbero state riscontrate prove dirette sufficientemente attendibili, idonee a fugare ogni ragionevole dubbio, rimanendo «eventualità del tutto possibile che il Narducci abbia tenuto un contegno aggressivo ponendo la sua mano sul petto dell’agente tale da giustificare l’avvio di un procedimento per arresto». Dunque, per il giudice De Leva, l’arresto è stato legittimo e giustificato dalla condotta del Narducci, circostanza per la quale non si può quindi, ritenere falsa l’annotazione di servizio redatta quella sera, né calunniosa l’accusa da loro effettuata nei riguardi del Narducci per il comportamento ostativo assunto.
«Un lungo e serrato dibattimento ha consentito di fare chiarezza su una questione delicata e complessa – dichiara al Secolo l’avvocato Eugenio Pini, difensore di due dei tre agenti – l’ottima sentenza di un Giudice preparato e attento ad ogni singolo aspetto del processo, ha restituito dignità ai miei assistiti. Abbiamo affrontato un’altra brutta pagina che ha visto, purtroppo, nuovamente ingiustamente sotto processo appartenenti alle forze dell’ordine».
Ma che giustizia è questa . . dieci anni di gogna solo perchè è troppo facile per un bugiardo accusare le forze dell’ordine . La Giustizia , quella con la G maiuscola , deve trovare l’iter appropriato a queste accuse , che qualora si dimostrino fasulle , segnano vite e carriere di troppi uomini delle forze dell’ordine . L’abuso di potere è possibile , certo , ma perchè servono dieci anni per verificarne l’inesistenza dell’accusa ? Personalmente ora cercherei i COLPEVOLI , oltre che delle calunnie , DEI RITARDI .