Drammatica lettera della giornalista Rai Tiziana Ferrario: mio figlio, giovane e sportivo, travolto dal coronavirus
Si è detto e ridetto in questi giorni: quello messo in atto dal coronavirus è un contagio democratico. Un “nemico da non sottovalutare”. Un agente che si insinua subdolamente in organismi fragili, come in fisici sani e forti. Che non guarda in faccia a nessuno, colpendo medici e infermieri, eroi in prima linea. Bambini, giovani, nomi noti o meno. E allora, l’ultima famiglia stravolta dall’infezione. Colpita al cuore da questo maledetto agente patogeno, è quella di Tiziana Ferrario, storico volto del Tg1, in questi drammatici giorni alle prese con quanto accaduto a suo figlio: ingegnere 29enne. Giovane in forze, uno sportivo. Un atleta che, solo lo scorso 23 febbraio, fa sapere la giornalista Rai in una lettera indirizzata al Corriere della sera, correva «i 1.500 metri ai Campionati italiani indoor di atletica ad Ancona».
La lettera di Tiziana Ferrario: mio figlio colpito dal coronavirus
Anzi, la lettera di Tiziana Ferrario al Corriere della sera, comincia proprio così: «Vi voglio raccontare una storia che mi tormenta da giorni. È la storia di un ragazzo di 29 anni con un fisico perfetto, che ho visto lo scorso 23 febbraio correre i 1.500 metri ai Campionati italiani indoor di atletica ad Ancona»… E che, prosegue, «dallo scorso martedì ha iniziato ad aver febbre a 38, tosse e mal di gola. Da venerdì, dopo ogni colpo di tosse, anche un po’ di sangue. Ogni volta che ha contattato il medico gli è stato risposto di prendere la Tachipirina e lui lo ha fatto. Ma la sua salute non è migliorata. Ed è andato al pronto soccorso…»… Inutile dire che gli esami previsti dal protocollo medico hanno diagnosticato un inizio di polmonite. E di lì, l’inizio del calvario, passato per la tappa obbligatoria del test del tampone che, inesorabilmente, ha sentenziato la positività del giovane al coronavirus. Un responso temuto, confermato da diagnosi e prognosi. E seguito dal ricovero . «Da due giorni – scrive ancora la Ferrario – è ricoverato, ha iniziato la cura. E le sue condizioni per fortuna non si sono aggravate. Non sente più sapori e odori, ma questa strana sensazione era cominciata già mentre stava a casa malato».
Il ringraziamento a medici e infermieri
Ma, racconta ancora la giornalista Rai, «la sua esistenza è stata stravolta nel giro di pochi giorni. Niente più allenamenti, niente più amici, niente più lavoro, ma solo una stanza isolata con un vetro dove medici e infermieri eroici entrano super-protetti per curarlo». Medici e infermieri eroici che la Ferrario ringrazia sentitamente per il «loro impegno esemplare» che, sottolinea nella lettera, «non va dato per scontato. «Sono persone che stanno affrontando questo nemico in prima linea. Con turni estenuanti e tanto coraggio, perché dopo aver lottato in corsia e nei reparti, devono tornare a casa dalle loro famiglie con il timore di contagiare un figlio, una compagna, un genitore». Medici e infermieri eroi di cui, aggiunge la giornalista, «posso immaginare la paura di soccombere al virus. Ma ogni giorno sono lì al loro posto e non si arrendono». In conclusione, questa lettera asciutta come il giornalismo vuole, eppure accorata come solo una mamma può fare, si chiude con un augurio.
L’augurio di una madre
Quello di una madre, appunto, che scrive: «Spero con forza che grazie a quel fisico possa riprendersi in fretta e tornare a fare la sua vita di sempre». Non prima però di aver aggiunto sul coronavirus: mio figlio «ancora si sta chiedendo dove possa avere contratto il virus. I suoi amici stanno tutti bene: nella sua azienda in apparenza nessuno è malato, ma sappiamo che intorno a noi ci sono molti asintomatici». così come ormai siamo tutti consapevoli che il Covid-19 è un «nemico subdolo e che non fa distinzioni. Che si insinua in tutti gli organismi. Colpisce duro in quelli già segnati da altre malattie. Ma non risparmia quelli robusti. Come accaduto al giovane di cui vi sto raccontando»…
Auguri!