Ma quali fan di Salvini e quali insulti sessisti. È il mondo della scuola a scagliarsi contro Azzolina

30 Dic 2019 18:38 - di Marzio Dalla Casta
Azzolina

A chi, come chi scrive, non frequenta troppo i social, non è dato sapere a quanti e a quali insulti sessisti si riferiscano i grillini della commissione Cultura di Camera e Senato nell’esprimere solidarietà alla neo-ministra della Scuola Lucia Azzolina. E neanche perché debbano essere i fan di Salvini a condannarli «senza appello». Pretesa ridicola. Pensino piuttosto loro a difendere la ministra. Sempre che ne siano convinti. Già, perché forte è invece il sospetto che il sessismo qui c’entri poco e niente. C’entra, invece, e tanto la necessità di contenere i danni di una nomina che ha sconcertato il mondo scolastico. Piaccia o meno ai Cinquestelle, da questo punto di vista, la loro ministra è una vera calamita.

Il M5S tenta di fare quadrato intorno alla Azzolina

Pochi più e meglio di lei potrebbero infatti incarnare la doppiezza morale dei grillini, il loro razzolare peggio dopo aver predicato male. Una che non ha esitato a presentarsi da onorevole al concorso per dirigente scolastico (il più contestato di sempre), non può attendersi certo un’accoglienza trionfale. Non era forse il Parlamento il luogo della Casta? E non predicavano forse i grillini l’estirpazione di ogni privilegio? Del resto, che il ruolo potesse favorirla agli occhi della commissione esaminatrice è  dubbio che ha assalito anche lei. Apposta aveva teorizzato, con impareggiabile sprezzo del ridicolo, la tutela dell’anonimato del candidato anche nella prova orale. Ovviamente, la proposta non è stata mai definita nei dettagli e mai è assurta a dignità di proposta di legge.

Quando il bersaglio erano Moratti e Gelmini nessuno scomodò il sessismo

Ma non è questo il punto. A gettare un’ombra ancor più sinistra sulla già sinistrata (anche in senso politico) scuola italiana, è la totale mancanza di autorevolezza del neo-ministro. Altro che insulti sessisti o intenti discriminatori nei confronti di una donna. Anche Letizia Moratti e Maria Stella Gelimini furono aspramente contestate. Ma almeno si erano intestate un progetto di riforma. Azzolina, invece, si presenta con uno zero in informatica e un’insufficienza in lingua straniera. Altrove l’avrebbero bocciata senza. In Italia, pur di nominarla, hanno addirittura spacchettato un ministero. E Di Maio continua a chiamarlo cambiamento…

 

 

 

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  • pappagone 31 Dicembre 2019

    Paraculata incompetente.