Meloni: “Una legge speciale per Venezia, ma non dimentichiamo Matera” (video)

18 Nov 2019 10:28 - di Robert Perdicchi

Venezia, emergenza nazionale che deve diventare priorità nazionale, secondo Giorgia Meloni. Ma anche Matera, affondata dal maltempo, non va dimenticata dal governo, è il messaggio di inizio settimana della  leader di FdI a UnoMattina.

Venezia in cima alle priorità, per la Meloni

“Noi ci occupiamo sempre, come è giusto che sia, di difendere il patrimonio materiale, il patrimonio artistico, culturale, i monumenti. Chiaramente Venezia è una città straordinaria, una città simbolo. Ma penso che a Venezia serva una legge speciale per occuparsi anche del patrimonio immateriale, che sono i veneziani”. La Meloni, presidente di Fratelli d’Italia, nell’ospitata mattiniera su RaiUno, chiede velocità e concretezza: “I veneziani -ha aggiunto- stanno scappando da Venezia, che “una volta era una delle città più popolose d’Europa, oltre 300mila abitanti. Oggi ce ne sono circa 50mila, significa che è una città destinata a scomparire nella sua identità, nelle sue tradizioni, le sue arti, i suoi mestieri. Penso che bisogna trovare, oltre al tema delle infrastrutture, il Mose, la ricostruzione, un modo per salvare i veneziani insieme a Venezia, perché altrimenti non se ne esce comunque”.

Matera, altra priorità per la Meloni

La Meloni, però, non dimentica che c’è un’altra emergenza maltempo in corso, anche al sud. “Un messaggio dobbiamo darlo anche ai cittadini del metapontino di Matera, un’altra città simbolo dell’Italia che vive giorni molto difficili”.

L’Ilva e i ritardi del governo

“La grande questione è non aver affrontato da parte dei governi di questi anni il tema della sfida siderurgica in Europa. Non si può non vedere che nel 2018 la Cina ha quadruplicato le proprie esportazioni di acciaio in Europa. Significa che l’Europa è invasa da acciaio cinese a basso costo. Se l’Europa è invasa da acciaio cinese a basso costo la produzione di Ilva, che è una produzione di acciaio di qualità ma non a basso costo, può reggere?”.

La Meloni, sempre a “Unomattina“, si chiede come mai nessuno si sia posto il problema del “dumping” cinese: “Questa domanda -ha aggiunto- non se l’è mai fatta nessuno e noi non possiamo aspettarci che le cose accadano da sè. Bisognava affrontare la questione del siderurgico in Europa, cercando di capire quale dovesse essere lo sviluppo dell’Ilva di Taranto. E lo dico a maggior ragione oggi che si parla di nazionalizzazione. Se si pensa di mettere risorse pubbliche nell’Ilva per salvare posti di lavoro, per salvare un’azienda importantissima italiana. In ogni caso -ha concluso Meloni- bisogna rispondere alla domanda se noi possiamo competere sulla produzione dell’acciaio con i cinesi e se non possiamo competere che cosa deve produrre Ilva. Questa è un risposta che non so dare perchè non sono un esperta di siderurgico, però questa è la domanda”.

Lo scandalo dell’ex ministro Trenta

L’ultima parte dell’intervista alla Meloni è sullo scandalo della casa dell’ex ministro grillino Trenta. “La scelta corretta era non chiedere di mantenere l’alloggio. Adesso ovviamente deve lasciare la casa e mi dispiace dover registrare ancora una volta che il Movimento 5 stelle, che era arrivato in Parlamento con la promessa di aprire il palazzo come se fosse una scatoletta di tonno e di combattere i privilegi, poi oggi sia il movimento politico che forse è più avvezzo al mantenimento dei privilegi e che anche su questo purtroppo ha tradito le aspettative degli italiani”.

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