Poliziotti uccisi, il killer dominicano monitorato 24 ore su 24: potrebbe suicidarsi

8 Ott 2019 11:41 - di Marta Lima

Si terranno solo dopo l’esecuzione delle autopsie, e non domani, giovedì 10, come erroneamente trapelato a Trieste, i funerali di Matteo Demenego e Pierluigi Rotta, i poliziotti uccisi nella sparatoria in questura a Trieste venerdì scorso (video).  Intanto proseguono le indagini sulla presunta incapacità psichica di Alejandro Augusto Stephan Meran, lo stragista di Trieste.

La salute mentale del killer dei poliziotti

Il killer resta sotto stretta osservazione, in carcere, 24 ore su 24. I medici temono che possa suicidarsi, visto il suo stato di instabilità emotiva. La consulenza psichiatrica dovrà chiarire invece se al momento del duplice omicidio Alejandro fosse in grado di intendere e di volere. Ma la dimestichezza nell’uso delle armi, emersa anche dal video della polizia, farebbe escludere ipotesi di infermità mentale e di un gesto di follia.

Il dominicano ha ucciso a bruciapelo i poliziotti che gli stavano davanti, ha ferito l’agente che piantonava l’ingresso, poi gli altri colpi hanno fallito il bersaglio. Secondo la ricostruzione della Procura, il giovane sudamericano è arrivato in Italia, dalla Repubblica Dominicana, nel 2005 e non ha mai ricevuto cure di natura psichiatrica sul territorio nazionale. Si cerca di capire se la sua frequentazione di località tedesche nella Bavierai possa nascondere legami con la criminalità locale o con organizzazioni mafiose che operano tra l’Italia e la Germania.

Le fondine difettose degi agenti

Infuriano anche le polemiche sulle fondine difettose dei poliziotti. Il Sap, il sindacato della polizia, annuncia che il caso diventerà oggetto di un’istanza per avviare un’inchiesta parlamentare. «Ho visto fondine fuori uso, ci sono macchine con 300mila km. Chiederemo che in manovra ci siano quanto meno gli stessi soldi che avevamo messo noi l’anno scorso per le assunzioni e le dotazioni», dice invece il leader della Lega Matteo Salvini, a margine della visita al carcere di Sabbione.

Il dolore per la morte dei due ragazzi

Erano entrambi giovanissimi. Pierluigi Rotta aveva 34 anni. Originario di Pozzuoli nel napoletano, era nato a Napoli il 2 maggio del 1985, era figlio di un agente in pensione che aveva lavorato alla Questura di Napoli. Era stato assegnato alla questura di Trieste nel mese di giugno del 2016. Matteo Demenego era di Velletri, con il collega in servizio all’Ufficio Prevenzione Generale Soccorso Pubblico. Era nato a Roma il 27 settembre del 1988. Aveva festeggiato il compleanno domenica scorsa. La sua prima assegnazione alla questura di Trieste risaliva al mese di settembre del 2013.

Matteo su Facebook tra le foto del Colosseo postava: “Un romano che lascia Roma non emigra, va a controlla’ le colonie”. Sulla sua pagina Fb gli amici hanno iniziato a lasciare i primi messaggi di cordoglio. La sua prima assegnazione alla questura di Trieste risaliva al mese di settembre del 2013. Matteo e il collega Pierluigi Rotta erano entrambi fidanzati.

Commenti

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  • giovanni vuolo 8 Ottobre 2019

    Ma quale suicidarsi !!! Se gli date un’arma in mano, si mette a sparare di nuovo contro i poliziotti. Ma finiamola !!! Eppoi, francamente, non cadrei nella disperazione se davvero facesse giustizia di sé stesso; se pensiamo a quanti poveri cristi pensano al suicidio perché non hanno i mezzi per sopravvivere, direi che lì davvero proverei una grandissima pena. !!!!

  • Giuseppe Tolu 8 Ottobre 2019

    Potrebbe suicidarsi? E che bisogno c’è di tutto questo monitoraggio? E la privacy?