Di Maio segue l’onda e critica Erdogan. E allora perché i nostri missili difendono la Turchia?

15 Ott 2019 13:03 - di Antonio Pannullo

Luigi Di Maio segue l’onda. L’onda dell’indignazione internazionale per la brutale invasione turca in Siria. “Il bilancio delle vittime” dell’azione unilaterale della Turchia in Siria “è inaccettabile”. “Ci sono centinaia di morti ed effetti devastanti sul piano umanitario”. Così il ministro degli Esteri Di Maio, in un’informativa alla Camera sulla Siria denunciando “il brutale assassinio di Hevrin Khalaf“, la curda uccisa sabato. “La Turchia è il solo responsabile dell’escalation e deve sospendere immediatamente le operazioni militari”. Sono questi i “due messaggi fondamentali sui quali abbiamo lavorato attivamente” ieri a Lussemburgo” ha detto Di Maio. Alla riunione dei ministri degli Esteri dell’Ue ha detto che l’Italia non crede che “debba essere militare la risposta alla crisi siriana”. Inoltre ha sottolineato che “la storia ci ricorda come l’intervento militare abbia finito per alimentare ulteriori destabilizzazioni”. A questo proposito Di Maio ha citato gli scenari libico e iracheno”. La convinzione del governo, ha insistito Di Maio, è che “si possa trovare una composizione stabile e duratura solo attraverso la diplomazia e il dialogo”. E, in vista del vertice europeo di giovedì e venerdì dal quale si attende “un segnale tangibile”, l’Italia “non farà mancare il proprio contributo”.

Di Maio lo sa che abbiamo una base missilistica in Turchia?

Probabilmente Di Maio non si è mai interrogato sulla nostra base missilistica in Turchia. La missione si chiama Active fence, ed è in abito Nato. La Turchia, come noto, fa parte dell’Alleanza atlantica. Nel 2013, vista la guerra in Siria, la Turchia chiese alla Nato protezione. E la Nato accettò varando una missione difensiva. Ma oggi le cose sono cambiate, e la Turchia da minacciata è diventata aggressore. Ma la missione italiana rimane lì, con una batteria Aster Samp/T e una batteria Patriot spagnola. Inspiegabile perché l’Italia debba difendere uno dei più forti eserciti del mondo. Comunque, Di Maio ha espresso “profonda gratitudine” dell’Italia ai curdi siriani per la loro lotta all’Isis (“La minaccia di Daesh – ha ammonito – resta gravissima e concreta”). Però dà un colpo anche alla botte. “Con la Turchia siamo legati dal vincolo dell’Alleanza atlantica, ma ciò non toglie che l’Italia debba immediatamente condannare l’avvio dell’operazione militare turca”. Per Di Maio “il prezzo umanitario di tale intervento lo riteniamo inammissibile”. E ammette: “I risultati della coalizione anti Daesh non sarebbero mai stati raggiunti senza il contributo dei curdi siriani”. Il ministro ha quindi ribadito che l’offensiva turca “rischia di vanificare quanto fin qui acquisito. E poi c’è il rischio della sorveglianza delle  le strutture in cui sono detenuti migliaia di foreign fighters. “Ciò – secondo Di Maio – potrebe creare terreno fertile per una recrudescenza del fenomeno terroristico”. Comunque “nelle prossime ore bloccheremo l’export di armi alla Turchia”.

Commenti

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  • imparareturco peritaliani 17 Ottobre 2019

    è un teatro quello che cercate di fare. Potrei domandarvi perché non bloccherete anche gli accordi già fatti?

  • Cecconi 15 Ottobre 2019

    Ecco un altro genio che sta giocando a fare il ministro. Bella accoppiata con quell’altro che gioca a fare il ministro dell’economia. E tutti i rimanenti raggiungono la medesima bassezza.

    Mio buon Dio, pensaci Tu a proteggere questo nostro Paese che in pochissimo tempo ha dovuto sperimentare il peggio del peggio del peggio della classe dirigente politica.