Manovra, il M5S ingoia anche l’addio alla flat tax. Gualtieri: «Non si farà mai»

13 Set 2019 13:05 - di Michele Pezza
sugar tax

Il governo giallo-rosso alla prova manovra. Che non si annuncia esattamente come una passeggiata: «Stiamo lavorando», ha fatto sapere da Helsinki il neo-ministro Gualtieri, dove è in corso la riunione dell’Ecofin (l’incontro dei ministri dell’Economia dell’eurozona). In precedenza, attraverso un’intervista a Repubblica, lo stesso Gualtieri aveva assicurato che l’aumento dell’Iva non scatterà, sebbene sia stato molto parsimonioso nel diffondere dettagli su dove attingerà i 23 miliardi necessari per scongiurarlo. Le carte che il governo ha in mano sono molto  eventuali: la benevolenza dell’Europa e il “tesoretto” accumulato grazie ai risparmi ottenuti su Quota 100 e Reddito di cittadinanza.

Gualtieri: «L’Iva non aumenterà». Ma non dice come

La prima è, al di là delle parole, tutta da verificare nel concreto; quanto alla seconda, anche in questo caso, tuttavia, Gualtieri ha dovuto ammettere di «non avere ancora i numeri definitivi». Il titolare dell’Economia ha anche seppellito l’ipotesi di flat tax («è archiviata»), caldeggiata da Salvini nel precedente governo. L’unica certezza, e certamente non è positiva, il ministro la riserva alla flat tax: «È archiviata – annuncia -, non la faremo mai». La manovra contiene però per il nuovo governo un’insidia tutta politica: deve cioè rifiutare l’eredità di quello precedente senza urtare la suscettibilità degli alleati Cinquestelle, che ne erano la parte più rilevante.

Quota 100 finirà su un binario morto

E così la flat tax (ed è già un miracolo che – almeno non ancora – il ministro non abbia in mente una stangata patrimoniale), viene derubricata in una piano che in tre anni dovrebbe portare ad «riduzione della pressione fiscale per i redditi medi e bassi e per le aziende che innovano». La stessa Quota 100, pur non venendo ritoccata, viene messa su un binario morto: «Ha una durata triennale e l’orientamento è lasciare che vada a esaurimento», spiega Gualtieri. Sarà confermato il reddito di cittadinanza, che comunque può migliorare. L’unica vera presa di distanza del Conte-bis rispetto al Conte-uno il ministro la marca sulle privatizzazioni: «L’obiettivo di 18 miliardi per il 2019 – sentenzia – è del tutto irrealistico».

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